Grano, partite 12 navi per l’esportazione

 

 

Kiev, 31 Ottobre 2022 – Dodici navi per l’esportazione di grano sono partite dall’Ucraina, nonostante la Russia si sia ritirata dall’accordo mediato dalla Turchia e dall’Onu. Ad annunciarlo il ministro ucraino delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov su Twitter.

“Oggi 12 navi hanno lasciato i porti ucraini. Le delegazioni dell’Onu e della Turchia hanno messo a disposizione dieci squadre di ispezione per controllare 40 navi al fine di soddisfare l’iniziativa sul grano del Mar Nero. Il piano di ispezione è stato accettato dalla delegazione ucraina. La delegazione russa è stata informata”.

Prezzo alle stelle

Corre il prezzo del grano sui mercati internazionali dopo che Mosca ha fermato l’accordo per l’export dall’Ucraina attraverso il Mar Nero. Il grano tenero balza del 6,2% a 8.802 dollari il bushel mentre quello duro sale del 5,2% a 9.727,5 dollari. Si eleva anche il mais, (+2,7% a 6.990 dollari), come pure gli oli di soia (+1,6%) e palma (+1,7%), con quello di girasole ucraino che rischia di restare invischiato nella chiusura del corridoio navale.

Le ripercussioni sul prezzo del frumento della sospensione dell’accordo sul grano sono state immediate. Ieri +7,1% per il future scambiato a Chicago, oggi nei primi scambi c’è una lieve discesa (-1,35%). Il prezzo sui mercati internazionali si calcola in dollari allo staio, una misura che vale poco più di 27 chilogrammi. Oggi è a 8,76 dollari. Un anno fa, all’inizio di ottobre del 2021, il prezzo era di 7,50 dollari. Dopo l’inizio della guerra era raddoppiato, a 14 dollari. Il prezzo si era mantenuto alto fino all’accordo sul grano, era poi sceso poco sotto i livelli di un anno prima. Con l’ultima accelerazione è di circa il 10% maggiore di un anno fa.

Sul fronte energetico riprende la rotta del prezzo del gas, affondato dal protrarsi di temperature primaverili: i future Ttf cedono l’8,5% a 127,5 euro al megawattora, dopo la sostituzione del contratto con scadenza a novembre con quello con scadenza a dicembre.

 

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