Giornata internazionale contro la violenza sulle Donne

Bruxelles, 25 Novembre – I dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia nel 2020 segnalano una leggera flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante questo, sono 91 le vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020 rispetto alle 99 del 2019. Ancora una ogni tre giorni.

I dati

A diminuire significativamente sono soltanto le vittime femminili della criminalità comune (da 14 ad appena 3 nel periodo gennaio-ottobre 2020), mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi familiari (da 85 a 81) e, all’interno di questi, il numero di quelli di coppia (56 in entrambi i periodi), mentre aumentano le donne uccise nel contesto di vicinato (da 0 a 4).

Eures

Sono 3.344 le donne uccise in Italia nel XXI Secolo. Lo rileva il rapporto sul Femminicidio. Le donne uccise in Italia tra il 2000 e 31 ottobre 2020, pari al 30% degli 11.133 omicidi volontari complessivamente censiti ed elaborati dall’Istituto di Ricerca Eures. Fondamentale anche la collaborazione del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del ministero dell’Interno. L’incidenza della componente femminile registra negli anni una costante crescita, per effetto di una marcata flessione degli omicidi in alcuni ambiti come la criminalità comune e organizzata dove le vittime sono soprattutto uomini, e una assai più attenuata degli omicidi familiari (dove le vittime sono principalmente donne).

Tale dinamica raggiunge il suo apice nel 2020, quando si attesta sul 40,6% dei casi censiti, ovvero la percentuale più alta di sempre. Analogamente i femminicidi familiari (che negli ultimi 20 anni presentano un’incidenza progressivamente crescente), registrano il valore più elevato proprio nell’ultimo anno (89%), a fronte di una percentuale media del 73,5% (pari a 2.458 femminicidi familiari dal 2000 ad oggi).

Il rischio più alto

La coppia continua a rappresentare il contesto relazionale più a rischio per le donne. 1.628 vittime tra coniugi, partner, amanti o ex partner negli ultimi 20 anni (pari al 66,2% dei femminicidi familiari e al 48,7% del totale delle donne uccise). 56 negli ultimi 10 mesi (pari al 69,1% dei femminicidi familiari e a ben il 61,5% del totale delle donne uccise). Gli autori sono nella quasi totalità dei casi uomini (94%), con valori che nel corso dei singoli anni oscillano tra il 90% e il 95%.

Il premier

«Alcuni dati mostrano che qualcosa comincia a funzionare meglio che in passato ma siamo consapevoli che il Codice Rosso non è la panacea. I dati sui dati dei femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo». Lo ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un messaggio per la presentazione del rapporto “Un anno di Codice Rosso”. «Il Codice è solo un tassello fondamentale importantissimo che riguarda il momento in cui la violenza è già avvenuta: non basta. Un intervento serio richiede tempo, un approccio sinergico e la consapevolezza che la strada per invertire darà i suoi frutti nel tempo ed è questa la strada che come governo, insieme ai ministri, ci impegniamo a percorrere».

«A causa delle misure limitative durante l’emergenza Covid abbiamo involontariamente creato profondo disagio che ha contribuito ad un aumento dei fenomeni di femminicidio. Triplicati durante il lockdown, arrivando ad un caso ogni due giorni. Anche a fronte di un calo degli omicidi», ha spiegato il premier Conte durante un incontro al Senato sui centri antiviolenza.

 

 

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