Gas naturale, l’Ue cerca di ridurre le forniture dalla Russia

 

 

Bruxelles, 29 Gennaio 2022 – Il rischio che la Russia possa tagliare le forniture di gas naturale all’Europa c’è, e l’Unione europea cerca nuove distribuzioni. Ciò accade in quanto potrebbero esserci sanzioni per la crisi in Ucraina nei confronti di Mosca e  di conseguenza ritorsioni da parte sua.

A chi rivolgersi

In primis l’Ue si rivolge agli Usa per rimpinguare la fornitura di Gnl (gas naturale liquefatto) che viene trasportato in navi. Sono già una settantina le aziende che hanno attraversato l’oceano per rispondere alla domanda di Bruxelles.

In dichiarazione congiunta, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente americano, Joe Biden, promettono di “intensificare la cooperazione energetica“. Affinché i cittadini e le imprese nell’Ue e i Paesi limitrofi “dispongano di forniture energetiche affidabili e convenienti. Stanno lavorando congiuntamente per una fornitura continuasufficiente e tempestiva di gas naturale all’Ue da diverse fonti in tutto il Mondo. Ciò, per evitare shock di approvvigionamento, compresi quelli che potrebbero derivare da un’ulteriore invasione russa dell’Ucraina“.

I funzionari dell’Unione riconoscono di aver lavorato “più intensamente che mai” con le autorità statunitensi nelle ultime tre settimane, con l’obiettivo di preparare sanzioni contro Mosca. Ma anche per essere pronte a quelle che la Russia potrebbe adottare contro il blocco dei Ventisette.

Gnl

Il problema dell’Ue è che dipende in gran parte dalle importazioni di gas dalla Russia, che ne rappresenta il 40%. E risponde alla domanda di una ventina di Stati membri, in particolare quelli sud-orientali.

Inoltre, i giacimenti di gas dei Paesi Ue forniscono attualmente al 40%, contro il 53% di appena un anno fa. Il resto arriva per il 38-39% dalla Norvegia, poi una piccola produzione interna e il resto è Gnl.

Nel 2021, il gas naturale liquefatto importato dall’Ue proveniva dalla Russia per il 18%, dagli Usa per il 20%, dalla Nigeria per il 17%, dal Qatar per il 20%, dall’Algeria per il 14%, dalla Norvegia per il 2% e il restante 9% da altri Paesi.

Un alto funzionario Ue riferendosi all’accumulo di truppe e mezzi militari al confine con l’Ucraina riferisce: “Non ha senso fare previsioni sul conflitto. La cosa migliore è prepararsi e farlo subito ed è esattamente ciò che stiamo facendo. Oltre ai contatti di ieri con il Qatar, stiamo lavorando con i norvegesi. Stiamo discutendo con i nostri partner asiatici su possibili scambi dei nostri contratti a lungo termine e dunque ci sono diversi filoni di lavoro”. Nella lista ci sono Paesi del Golfo, l’Azerbaigian, ma anche l’Algeria e l’Egitto.

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