G20 cultura, mostrata al Mondo la bellezza infinita dell’Italia

 

 

Roma, 31 Luglio 2021 – Tanta la soddisfazione del ministro Dario Franceschini alla chiusura del G20 cultura. «Non è una dichiarazione simbolica, ma un documento in 32 punti studiati e condivisi per mesi dai singoli Paesi. Ed è solo un punto di partenza di cui però si parlerà per molti anni».

La Dichiarazione di Roma approvata all’unanimità dai ministri delle 20 maggiori economie mondiali introduce la cultura nei lavori del G20. Ma, ne riconosce anche il valore economico, e si prende l’impegno per sviluppare forze nazionali in coordinamento con l’Unesco. Si richiedono azioni forti e coraggiose anche contro l’impatto dei cambiamenti climatici, contro il terrorismo e nei territori minati dai conflitti, contro il traffico illegale delle opere d’arte. Inoltre, passi in favore della solidarietà, della tolleranza, della transizione digitale e della formazione.

La bellezza infinita dell’Italia

Franceschini ripercorre i due giorni appena trascorsi: «Abbiamo mostrato al Mondo la bellezza infinita dell’Italia. Prima con la straordinaria apertura del tavolo del G20 cultura nell’arena del Colosseo, poi con il concerto del maestro Riccardo Muti al Quirinale, quindi a Palazzo Barberini e alla Galleria Borghese».

«L’Italia» – afferma – «è tornata a essere il Paese con maggior siti Unesco proprio in questi giorni. Ed è bello che questo primato sia festeggiato in concomitanza con la prima riunione della ministeriale della Cultura del G20».

Il titolare del Mic ringrazia il premier italiano per avere investito nella cultura tanto da metterla al centro dell’azione del suo Governo, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con questo G20. «C’è stato un consenso simbolico dei ministri sulla dichiarazione di Mario Draghi quando ha affermato che l’Italia dovrebbe essere tutta sito Unesco. Sono orgoglioso di dire che oggi è stata ripresa da tanti ministri della Cultura durante le sessioni di lavoro. Fatichiamo talvolta a mostrare le bellezze italiche».

Tra i punti “molto qualificanti” della dichiarazione di Roma il ministro della Cultura sottolinea il fatto che «Il G20 cultura è stato reso permanente come avevamo chiesto in questo foro che è, per sua natura, prettamente economico. È stato esplicitato che la cultura è un’opportunità di crescita in particolare per i giovani e i più vulnerabili. Finalmente si riconosce che investire nella cultura significa farlo anche in crescita economica sostenibile e creazione di posti di lavoro. La crisi ha dimostrato che senza cultura le nostre città sono più spente, più buie, più tristi, meno ricche. Ora finalmente va al centro delle scelte internazionali. Anche le crisi peggiori offrono delle opportunità».

 

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