Funivia del Mottarone: etica e cultura della Sicurezza ormai inesistenti

 

 

Roma, 27 Maggio 2021 – I fatti accaduti alla funivia del Mottarone sono da considerarsi una vera e propria tragedia, soprattutto alla luce delle recenti scoperte riguardo le cause. Le uniche notizie positive riguardano le condizioni di Eitan. Il piccolo di 5 anni, unico sopravvissuto al disastro del 23 maggio, si è svegliato e le delicata ripresa sta procedendo bene.

Formasicuro

L’ingegner Rocco Luigi Sassone, Risk Manager e presidente di Formasicuro afferma: «Dopo la tragedia di Stresa sono oramai convinto che per l’Italia non valgano tutti quei modi di dire come “toccare il fondo”, “traboccare il vaso”, “punto di rottura”, “la misura è colma”. L’epilogo della vicenda sembra abbia accertato la responsabilità dell’incidente a carico dei soggetti che dovevano vigilare sul corretto recepimento delle misure di sicurezza della funivia del Mottarone. Questo certifica, purtroppo, che il fato non esiste e che l’etica e la morale hanno raggiunto l’asintoto più basso».

«Forse ciò che davvero si è drammaticamente perso è il senso civico, la responsabilità in capo a ciascuno circa il proprio lavoro. E le conseguenze che esso esercita sull’operato e sulla vita di tutti. Dal punto di vista tecnico» – prosegue il presidente Sassone – «gli addetti ai lavori sanno che la valutazione dei rischi meccanici deve essere improntata al principio dellamassima sicurezza tecnologicamente possibile”. Quindi, mettendo a sistema ogni elemento necessario a sopperire a difetti di funzionamento o a comportamenti sbagliati, individuando i rischi residui oltre che i criteri per la loro accettabilità».

«Tuttavia, se non si cambia rotta, la prospettiva più realistica, soprattutto dopo il fermo forzato dovuto al lockdown, sarà un declino lento e continuo. Dove ogni giorno ci sembrerà come il precedente, solo appena un po’ peggio».

Inoltre la priorità non è solo quella di mettere in sicurezza il Presente. Servono sguardo e un progetto strategico improntato al futuro. Sassone spiega: «Se continua così gli errori e il tempo perso per ammodernare il Paese più che noi oggi, lo pagheranno domani i nostri figli. E questo non possiamo, non dobbiamo permetterlo».

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