Eurocamera, Navalnaya: «Putin un mostro sanguinario»

 

Strasburgo, 29 Febbraio 2024 – «Putin non è un uomo di principi ma un mostro sanguinario, è il capo di una banda» queste le parole espresse da Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Nalvany l’oppositore del regime di Vladimir Putin deceduto in una colonia siberiana in circostanze sospette, durante il suo intervento al Parlamento europeo. Nel suo discorso, interrotto solamente da lunghi applausi, ha invitato l’Europa a essere più innovativa perché Mosca non la si può sconfiggere solamente con le sanzioni. Josep Borrell intanto promette di intitolare a Nalvalny il pacchetto di sanzioni Ue per i diritti umani.

Colpire i suoi sostenitori

La vedova e attivista Navalnaya ha anche chiesto all’Europa di fare meno ricorso al simbolismo e di colpire tutti quei sostenitori, oligarchi e amici del regime di Putin che fino ad ora non sono sanzionati dall’Occidente e tutti presenti all’interno di un dossier realizzato dalla fondazione anticorruzione creata dal marito. «Putin» – incalza – «deve rispondere di quanto ha fatto al Paese e per la morte di Alexei. Mio marito non vedrà come sarà la bella Russia del futuro, ma noi dobbiamo vederla. E io farò del mio meglio affinché questo sogno diventi realtà, perché il male cada e questo bel futuro arrivi», prosegue sostenendo la necessità di essere più pratici «più indagini e meno note diplomatiche».

Metsola: «Navalny simbolo di speranza»

A introdurre Yulia Navalnaya è la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che dopo essersi detta onorata della sua presenza ha evidenziato come in tanti anni di opposizione e di battaglie al regime di Mosca, Alexei Navalny sia diventato un simbolo per la Russia libera. «Cara Yulia» – esordisce prima di darle la parola – «per molti anni non solo in Russia, Navalny rappresentava la speranza di un Paese libero,, grazie per la tua disponibilità a parlare al Mondo intero in questa dolorosa circostanza. I pilastri dell’autocrazia si sgretolano sempre sotto il peso della loro stessa corruzione e del desiderio della gente di vivere liberamente».

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