Esposto del Codacons dopo gli articoli di Eurocomunicazione sulla Sogin

 

 

Roma, 13 Aprile 2021 – Il Codacons ha presentato questa mattina un esposto denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera e contestuale nomina di parte offesa con istanza di sequestro per le notizie diffuse su www.eurocomunicazione.com nell’articolo “Sogin, le associazioni in Basilicata ne lamentano la poca trasparenza”.

Diritto alla salute per vivere in un ambiente sano

A presentare l’esposto, a nome dell’associazione italiana di consumatori Codacons, l’Avv. Giuseppe Ursini. Esso richiama l’attenzione su quanto si starebbe verificando a Rotondella (Mt). All’interno del centro di ricerche Trisaia dell’Enea c’è l’impianto Itrec (Impianto di trattamento e rifabbricazione elementi di combustibile) di proprietà della Sogin. Chiede che si faccia definitiva chiarezza sull’operato dell’azienda, in merito alla gestione e organizzazione dell’impianto. Oltre all’utilizzo dei fondi pubblici per lo svolgimento della propria attività di decommissioning. Ma soprattutto le possibili ripercussioni e conseguenze a livello ambientale e sulla salute della collettività come da allarmi, al momento rimasti inascoltati, lanciati dalle associazioni ambientaliste presenti sul territorio: Medici per l’Ambiente, Cova Contro e Mediterraneo No Triv.

Perseguire finalità pubbliche anche se con strumenti privatistici propri delle Spa

Sogin è la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. È una società per azioni interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Operante in base agli indirizzi strategici formulati dal ministero dello Sviluppo economico. Ed è sottoposta al controllo della Corte dei Conti.

Dal 2003 la Sogin gestisce il sito a Rotondella, con lo scopo di realizzarne il decommissioning, «a quanto pare previsto per il 2036».

Il cuore dell’esposto

«La delicatezza del ruolo e dei compiti e la necessità di assoluta salvaguardia dell’ambiente e della salute della collettività imporrebbe la massima trasparenza e un continuo confronto con le istituzioni e le associazioni di cittadini sul territorio. Cosa che, nella realtà, parrebbe non essere avvenuto con la mancanza delle necessarie e indispensabili informazioni su quanto si stia eseguendo come attività, per lo meno a detta delle associazioni ambientaliste presenti sul territorio: Medici per l’Ambiente, Cova Contro e Mediterraneo No Triv.».

In particolare l’esposto (o, meglio, l’articolo di Eurocomunicazione, ndr) richiama il report di Legambiente su rifiuti radioattivi, traffici e gestione illecita. Con riferimento al sito di Rotondella specifica: «Non va meglio nel deposito di Rotondella (Mt) in Basilicata o di Statte (Ta) in Puglia, dove nel primo caso è stata accertata una grave e illecita attività di scarico a mare dell’acqua contaminata, che non veniva in alcun modo trattata, e nell’altro i rifiuti attualmente gestiti si trovano in una situazione “seriamente preoccupante” a causa del “diffuso deterioramento della struttura».

I veleni nel sottosuolo

Un rappresentante delle associazioni, il dott. Gian Paolo Farina di “Medici per l’Ambiente”, in un video mandato in onda da Jonica Tv durante un confronto pubblico con una delegazione della Sogin, ha elencato i vari tipi di veleni riscontrati nel sottosuolo contaminato. Sono il vanadio, berillio, tallio, cobalto, cadmio trovati nei terreni della zona.

 

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