Disruptive technology, servono nuovi modelli organizzativi

 

 

Tivoli, 14 luglio 2022 – La disruptive innovation nella gestione della salute include tutti gli ambiti della medicina e la disruptive technology ne rappresenta il cuore. La tecnologia in ambito diagnostico e predittivo sta evolvendo tumultuosamente dando corpo alla medicina personalizzata e alle prospettive di maggior precisione terapeutica. Ma spesso i risultati della ricerca sono pienamente compresi e attuati solo anni dopo la loro entrata nel mercato, impedendone una fast application utile a curare meglio i pazienti se non addirittura a ottenere guarigioni sino a ora impossibili. Per far comprendere a tutti gli stakeholder della sanità italiana l’impatto che ha e che potrebbe avere nel futuro e far abbattere tutte le barriere burocratiche che ne rallentano l’accesso, tema centrale della prima edizione della “MidSummer School 2022 – Disruptive technology e medicina di precisione” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics, Abbott, Becton Dickinson, Siemens Healthineers e Stago Italia.

Cosa bisogna cambiare

Ha aperto i lavori Rossana Boldi, vice presidente della XII Commissione affari sociali della Camera dei deputati. La quale ha evidenziato che «Ci troviamo indubbiamente in un momento non facile per la nostra sanità che deve ristrutturarsi in molti ambiti: strutture, risorse umane e tecnologie. Questo va fatto pensando al futuro anche in termini di sostenibilità. È indubbio che la medicina ha già vissuto diverse innovazioni dirompenti come gli antibiotici o l’anestesia. Per non parlare dei nuovi farmaci che hanno prodotto una cura per malattie per molto tempo considerate incurabili. L’impatto di queste innovazioni è quindi enorme sulla vita delle persone. Però deve essere accompagnata da nuovi modelli organizzativi in grado di sfruttarne al meglio le possibilità. Infine, la prevenzione insieme alla innovazione potranno essere il volano per rendere il nostro sistema sanitario sostenibile nel tempo».

Utilizzare al meglio

Rodolfo Lena, presidente VII Commissione politiche sociali e salute Regione Lazio ha sottolineato che la vera sfida è la capacità di utilizzare al meglio le nuove tecnologie. «Il tema vero è: siamo in grado di organizzare un sistema sanitario in modo da utilizzare questa innovazione dirompente? Serve un modello organizzativo in grado di usare al 100% le possibilità offerte dall’innovazione. Questa organizzazione però non può prescindere da una piramide organizzativa che parta dai decisori, ma deve arrivare a essere declinata anche all’interno del territorio. Bisogna anche ragionare sul fatto se tutti gli stakeholders hanno la volontà di cambiare in maniera radicale il sistema sanitario nazionale e regionale. Serve però una politica che accompagni il territorio nel cambiamento, tutti devono lavorare insieme per il futuro, cancellando quelle che erano le vecchie abitudini riscrivendo un nuovo percorso sanitario in tutte le sue declinazioni».

E sul nodo cruciale della carenza di personale sanitario ha spiegato «Abbiamo la necessità di poter assumere nuovo personale e costruire insieme un nuovo sistema sanitario».

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