Criptovalute, fallisce la piattaforma di scambio FTX

 

 

Roma 21 novembre 2022 – Criptovalute, un flop da record quello che ha coinvolto la FTX, società di scambio di valuta digitale fondata nel 2019 da Sam Bankman-Fried e Gary Wang, fallita per crisi di liquidità che, stando agli atti processuali citati dal Washington Post, deve ai suoi 50 maggiori creditori almeno 3,1 miliardi di dollari.

Una catastrofe da record

John Ray, nuovo ceo dell’azienda ha dichiarato in merito alla vicenda di non aver «mai visto nella mia carriera un fallimento così completo dei controlli aziendali e una così totale assenza di informazioni finanziarie affidabili come si è verificato qui», affermando di non fidarsi delle informazioni finanziarie rilasciategli dal predecessore Sam Bankman-Fried, in particolar modo sui bilanci non certificati e sulla Alameda Research, società a essa collegata: avrebbe individuato circa 327 milioni di dollari di trasferimenti non autorizzati. L’entità del danno provocato potrebbe ammontare a circa 9 miliardi di dollari, considerando gli oltre 100mila creditori solo in Usa. Sequoia, Capital Tiger Global e BlackRock tra le società investitrici di FTX. «Questa situazione è senza precedenti» ha aggiunto Ray, «dalla compromissione dell’integrità dei sistemi e dall’imperfetto controllo normativo all’estero alla concentrazione del controllo nelle mani di un gruppo molto ristretto di individui inesperti, grezzi e potenzialmente corrotti»

“Chapter 11”

L’azienda di scambio di criptovalute al momento si trova sotto procedimento del “Chapter 11”, principale procedura di insolvenza prevista dall’ordinamento statunitense, finalizzata alla riorganizzazione aziendale. Secondo tale normativa, il debitore può continuare a gestire la società fallita ma sotto il controllo della corte. Ray nella sua carriera si era già occupato di fallimenti aziendali come quello della Enron, la multinazionale texana che si occupava di energia, che provocò il più grande crack nella storia di Wall Street.

Timore tra gli investitori

Il crack della FTX ha provocato negli investitori nel settore di criptovalute non pochi timori e perplessità, tanto da spingerli a prendere le distanze. L’Economist nel suo editoriale parla di una caduta in disgrazia dura e repentina affermando che “l’implosione ad alta velocità di FTX ha infierito un colpo catastrofico a un’industria con una storia di fallimenti e scandali”.

Solo fonti di speculazione

Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, parlando del fallimento della criptovaluta Terra/Luna, ha posto l’attenzione sulla grande volatilità delle quotazioni di questo mercato sottolineandone la poca versatilità e l’inadeguatezza come metodo di pagamento. Utili esclusivamente come speculazione.

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