Covid, vaccino: Russia denuncia e Australia fa dietrofront

Bruxelles, 11 Dicembre – Il vaccino Sputnik V messo in dubbio da autorevoli scienziati in Russia. Si ipotizzano anche pressioni politiche sull’Istituto Gamaleyea che lo ha sviluppato.

Lettera

Gli scienziati russi ripropongono indeterminatezze sul vaccino che Vladimir Putin, nella scorsa estate, ha presentato come il primo contro il Covid registrato al mondo. La comunità scientifica internazionale aveva già espresso dubbi sulla validità. Soprattutto a causa dei pochi dati non sufficienti a dimostrarne efficacia e sicurezza. Ma non c’è stata risposta alle numerose richieste per la condivisione dei dati da parte dell’Istituto sviluppatore del vaccino.

Vasily Vlassov, epidemiologo dell’Alta scuola di economia, ex consulente del ministero della Sanità e dell’Organizzazione mondiale per la sanità nonché vice presidente della Commissione dell’Accademia delle scienze contro la falsificazione di risultati scientifici è stato il primo a firmare la lettera aperta. Siglata anche da Olga Rebrova, professore dell’Università nazionale per la ricerca in medicina, e Valery Aksyonov, direttore scientifico di Bionica Media.

Nell’epistola si legge “Pressioni politiche per creare competizione fra i vaccini sono in violazione degli standard più importanti sulla sperimentazione“. Nel proseguo della lettura si evincono accuse nei confronti degli studiosi coinvolti nello sviluppo del vaccino. “tali pressioni hanno reso gli scienziati ostaggio degli obiettivi del Cremlino. La sperimentazione è minacciata e quindi anche la salute dei russi“.

Fase 2

La rivista Lancet con la pubblicazione dei risultati della fase due della sperimentazione su 76 volontari aveva già sollevato interrogativi. Questi erano stati definiti “altamente improbabili”. Gli scienziati hanno quindi chiesto a Lancet, che fino a ora ha rifiutato di farlo, di ritirare l’articolo.

Fase 3

I dilemmi sono notevolmente aumentati con la fase 3 e la decisione delle autorità sanitarie di vaccinare in massa personale medico e insegnanti con meno di 60 anni di età e senza problemi medici pregressi mentre la sperimentazione era ancora in corso. I risultati sull’efficacia del vaccino sono poi stati pubblicati dopo la registrazione di soli 20 casi di Covid fra i volontari (Pfizer, Moderna e AstraZeneca lo hanno fatto dopo almeno 90 casi).

Scarso apporto di dati anche per questa fase. Nessuna informazione sull’età dei partecipanti ai trial, neanche dati disaggregati sui diversi gruppi demografici. Il rapporto fra le persone vaccinate e coloro che hanno ricevuto solo un placebo è stato di uno a tre, contro la parità degli standard internazionali.

Australia

Le autorità sanitarie australiane hanno deciso di interrompere la sperimentazione del vaccino contro il coronavirus dopo che diverse persone che si sono sottoposte ai test sono risultate false positive all’Hiv. Il vaccino australiano, che secondo i ricercatori sarebbe stato pronto entro la metà del 2021, era ancora nella fase 1 della sperimentazione. Sviluppato in modo congiunto dall’Università del Queensland e dalla società biotecnologica australiana Csl.

Falsi positivi

Quest’ultima in una nota ha spiegato «non sono state segnalate reazioni gravi nei 216 partecipanti allo studio e che il vaccino ha dimostrato di avere un forte profilo di sicurezza. I dati degli studi hanno rivelato che gli anticorpi generati dal vaccino hanno interferito con la diagnosi di Hiv e hanno portato a falsi positivi».

«I test di follow-up hanno confermato che non è presente alcun virus Hiv, ma solo un falso positivo su alcuni test specifici per la malattia. Non c’è possibilità che il vaccino provochi l’infezione», precisa la nota della Csl. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha quindi spiegato ai giornalisti «il vaccino non farà più parte del piano vaccinale del Paese». A ottobre il governo australiano aveva ordinato 51 milioni di dosi del vaccino Csl.

A proposito del vaccino contro il coronavirus elaborato dalla Pfizer e da BioNTech, Morrison ha dichiarato che non sarà disponibile in Australia fino a quando i funzionari sanitari australiani non saranno sicuri al cento per cento che sia sicuro. E questo nonostante sia stato già approvato in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Canada.

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