Economia

Coprifuoco, con lo spostamento di un’ora +10%

 

 

Roma, 20 Maggio 2021 – Lo spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23 apre una nuova opportunità per ristoranti, pizzerie, trattorie e agriturismo. Infatti la Coldiretti afferma che una sola ora in più rende possibile il doppio turno e una stima media di almeno il 10% degli incassi in più.

Non tutti i locali hanno spazi all’aperto

“Lo spostamento di un’ora del coprifuoco è” – sottolinea la Coldiretti — “un primo importante passo verso la ripresa totale con il via libera dal 1 giugno ai pasti al coperto a pranzo e cena. Questo consente la riapertura di circa 180mila realtà della ristorazione lungo la Penisola che non dispongono di spazi all’aperto. La riapertura dei ristoranti a pranzo e cena per chi non ha spazio esterno riguarda circa la metà dei servizi di ristorazione presenti con i posti all’aperto dei locali che sono, però, molti meno rispetto a quelli al coperto”. Inoltre, l’entrata in vigore del decreto a pieno regime con il superamento del coprifuoco il 21 giugno e la riapertura totale vale per la ristorazione almeno 3,5 miliardi al mese di maggiori incassi per la ristorazione.

Turismo enogastronomico

Il via libera era atteso infatti anche per sostenere il turismo nazionale e straniero. Dopo lo stop alla quarantena da Paesi Ue dell’area Schengen, da Gran Bretagna e da Israele oltre ai voli Covid free dagli Stati Uniti. “Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia. Circa un terzo della spesa di italiani e stranieri è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi. Ma anche per street food o specialità enogastronomiche, senza dimenticare i souvenir”.

“A beneficiarne” – sottolinea Coldiretti – “è a cascata l’intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di cibo e vino invenduti dall’inizio della pandemia.  Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali. Questo è dovuto alla costrizione di un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. La drastica riduzione dell’attività ha pesato infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari. A partire dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. A essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma“.

Ginevra Larosa

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