Economia

Rai: i giornalisti Usigrai incrociano le braccia

 

Milano, 6 Maggio 2024 – Mentre tutto lo Stivale è interessato dallo sciopero nazionale indetto dai sindacati di base degli autoferrotranviari, oggi “per la prima volta dopo anni” come recita il videomessaggio diffuso nel corso dei Tg, incrociano le braccia anche i giornalisti della Rai vicini al sindacato Usigrai in segno di dissenso per l’utilizzo della televisione pubblica come megafono del Governo”.

Le motivazioni

Dietro lo sciopero dei giornalisti, i cui toni sono diventati sempre più accesi, ci sarebbe il dissenso nei confronti delle scelte adottate soprattutto di recente dai vertici Rai in merito all’accorpamento di testate senza prima discuterne con il sindacato, nessuna regolamentazione dei precari, la mancanza di selezione pubblica per sostituire i colleghi che vanno in maternità o in pensione con il conseguente ricasco ai danni di quelli in servizio. Sulla diatriba pesa anche la recente questione diffusasi a macchia d’olio inerente il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, che accusa il sindacato, la Rai ha tentato di censurare tentando di uscire dall’impasse trasformandola in una questione economica. “Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti”. Affermano unitamente i giornalisti.

Macheda: «Clima asfissiante»

Daniele Macheda, segretario Usigrai, ha dichiarato che in particolar modo dopo la questione sul monologo del 25 aprile la situazione è diventata asfissiante tanto da non acconsentire ai colleghi di svolgere il proprio lavoro. «Un atteggiamento che impoverisce il servizio pubblico tanto da portare anche i volti più famosi a lasciarlo».

La replica Rai

Mentre il sindacato di rito meloniano Unirai non aderisce allo sciopero, la Rai risponde prontamente alle accuse sottolineando che al momento l’azienda lavora per trasformare il servizio pubblico in un modello Digital Media Company”. Una complessa trasformazione votata dal Consiglio di amministrazione e, parlando dei giornalisti, afferma che questi sono una risorsa fondamentale per il servizio di informazione e approfondimento del servizio pubblico. Ma accusa di uno “sciopero politico” mettendo sul piatto la questione del monologo di Scurati: “a un mese dalle elezioni europee, oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche” si legge nella replica.

Gianfranco Cannarozzo

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