Benzinai, sanzioni da 200 a 2.000 euro

 

 

Roma, 6 Febbraio 2023 – Per i benzinai che violino gli obblighi di comunicazione ed esposizione dei prezzi dei carburanti le sanzioni vanno dai 200 a 2.000, in base al fatturato. Questo è ciò che prevede il Dl trasparenza dei prezzi al vaglio della commissione Attività produttive della Camera.

Quindi le multe sono ridotte rispetto ai 500-6.000 euro previsti nella formulazione originaria del decreto, ma sono comunque superiori ai 200-800 euro indicati nell’accordo raggiunto al Mimit (ministero delle imprese e del Made in Italy). Inoltre, l’emendamento alza a quattro (da tre) il numero delle violazioni, anche non consecutive in sessanta giorni, da cui scatta la sospensione dell’attività.

Nuove funzioni

Previsto l’arrivo di una App in cui si potranno consultare prezzi medi e praticati. La modifica stabilisce poi che le comunicazioni dei prezzi da parte dei gestori al Mimit, le cui modalità verranno definite insieme a quelle sui cartelloni con decreto ministeriale, dovranno essere fatte “al variare del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale”.

Il Dl trasparenza prevede anche altre nuove funzioni per il Garante per la sorveglianza dei prezzi, detto anche “Mister Prezzi”. In particolare dovrà predisporre una relazione trimestrale sull’andamento dei prezzi medi, “in cui sono specificatamente esaminate le variazioni lungo la filiera del prezzo”, con l’obiettivo” – si sottolinea nella relazione tecnica – “di verificare e prevenire comportamenti scorretti nel settore di riferimento”. La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’osservatorio prezzi e tariffe del ministero. Per il supporto tecnico alle attività di analisi e il potenziamento degli strumenti informativi a disposizione di Mr. Prezzi, sono stanziati “500mila euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025”.

Unione nazionale consumatori

Massimiliano Dona, presidente di Unc, nel commentare l’emendamento del Governo afferma: «Una presa in giro degli italiani! Per questo abbiamo chiesto in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera di non convertire in legge un decreto che finisce per peggiorare la normativa vigente. L’innalzamento della sanzione massima è ridicola, considerato che la legge prevedeva da anni multe da 516 a 3.098 euro e che il decreto n. 5 pubblicato in Gazzetta aveva portato gli importi, rispettivamente, a 500 e 6000 euro”.

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