Bce, generi alimentari più cari a causa dell’aumento dell’inflazione

 

 

Bruxelles, 24 Marzo 2022 – La Banca centrale europea (Bce) rileva che “la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia produrranno un impatto sull’economia e sull’inflazione nell’area euro. Attraverso il rincaro dell’energia e delle materie prime, le turbative del commercio internazionale e il peggioramento del clima di fiducia”. La Bce nel bollettino economico aggiunge che “l’entità degli effetti dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni attuali e da eventuali ulteriori misure”.

Intanto, come deciso dal Consiglio direttivo del 10 marzo “se i nuovi dati confermeranno l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno, si porrà termine agli acquisti netti di titoli con il piano App nel terzo trimestre. Saranno pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. La calibrazione per il terzo trimestre” – prosegue nel documento – “sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi delle prospettive“.

Sale l’inflazione

Proprio in merito all’inflazione il documento di Francoforte ha rilevato che è salita al 5,8% a febbraio dal 5,1% di gennaio e prevede che aumenterà ulteriormente nel breve termine. “L’inflazione energetica, che ha raggiunto il 31,7% a febbraio, continua a essere la ragione principale dell’alto tasso di inflazione generale e sta spingendo al rialzo i prezzi in molti altri settori. Anche i prezzi dei generi alimentari sono aumentati, a causa di fattori stagionali, costi di trasporto elevati e prezzi più elevati dei fertilizzanti. I costi dell’energia sono aumentati ulteriormente nelle ultime settimane e ci sarà una maggiore pressione su alcuni prezzi di generi alimentari e materie prime a causa della guerra in Ucraina. Gli aumenti dei prezzi sono diventati più diffusi. La maggior parte delle misure dell’inflazione sottostante è salita negli ultimi mesi a livelli superiori al 2%”.

“Tuttavia, non è chiaro quanto sarà persistente l’aumento di questi indicatori, dato il ruolo dei fattori temporanei legati alla pandemia e gli effetti indiretti dell’aumento dei prezzi dell’energia. Gli indicatori di mercato suggeriscono che i prezzi dell’energia rimarranno elevati più a lungo del previsto, ma si modereranno nel corso dell’orizzonte di proiezione. Anche le pressioni sui prezzi derivanti dalle strozzature dell’offerta globale dovrebbero placarsi”.

Prospettive future

Le proiezioni macroeconomiche di marzo 2022 della Bce prevedono un’inflazione annua al 5,1% nel 2022, al 2,1% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. Quindi, un valore sostanzialmente superiore rispetto alle precedenti proiezioni di dicembre, soprattutto per il 2022. L’inflazione al netto di generi alimentari ed energia è prevista in media del 2,6% nel 2022, 1,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024. Superiore alle proiezioni di dicembre.

Con il riequilibrio dei mercati del petrolio e del gas, i forti picchi dei prezzi dell’energia dovrebbero attenuarsi gradualmente. Facendo, così, scendere l’inflazione al di sotto della linea di base, soprattutto nel 2024.

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