Economia

Assegno di inclusione, da gennaio maggiore efficienza

 

Roma, 9 Dicembre 2023 – L’Assegno di inclusione sarà riconosciuto a decorrere dal primo Gennaio 2024 come misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’Isee alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. È riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente con disabilità; minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

«Anticiperemo a metà Dicembre le domande per il nuovo strumento, l’Assegno di inclusione, l’Adi, che parte a Gennaio: siamo pronti». Lo annuncia in un’intervista Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps che traccia un bilancio del Reddito di cittadinanza spiegando come «dall’Aprile del 2019 ad oggi sono stati spesi circa 34 miliardi per un importo medio mensile a famiglia di 540 euro al mese. Il picco di spesa l’abbiamo toccato nel 2021: 8,8 miliardi per 1,3 milioni di famiglie. Nel gennaio di quell’anno, nel pieno della pandemia, siamo arrivati a 1,4 milioni di nuclei beneficiari. A dicembre pagheremo 700 mila assegni, la metà e anche il livello minimo».

Incrocio tra domanda e offerta di lavoro più efficiente

Caridi spiega che «i nuclei che escono dalla misura hanno un Isee più alto di quanti restano che quindi hanno assegni in media più alti del 4%. Da Settembre ha inciso anche la sospensione del Reddito dopo 7 mesi di fruizione. A Ottobre lo hanno preso 820 mila famiglie». Ma il direttore generale dell’Inps osserva anche che è mancato «il collegamento con le politiche attive. Le agevolazioni all’assunzione dei percettori non hanno superato i 1.500 contratti dal 2019 ad oggi. Le nuove misure incideranno di più, grazie a Siisl. L’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà sempre più efficiente e supportato dall’intelligenza artificiale. L’offerta di formazione e di politiche sociali più mirata. Ci sono tutti i presupposti per un salto di qualità».

Quanto ai nuclei usciti dal Reddito che hanno fatto domanda per i 350 euro del Supporto formazione e lavoro «sono 74 mila, ma le domande per Sfl arrivate al 6 Dicembre sono di più: 124 mila, il 56% donne, età media 42 anni, Campania e Sicilia in testa con 61.300 domande. Alcuni percettori hanno deciso di non richiedere il nuovo strumento. Altri che magari erano ex beneficiari di Reddito sono rientrati. Delle 124 mila domande, quelle inserite in modo completo in Siisl con il curriculum e con il Pad sottoscritto, il Piano di attivazione digitale, sono però solo 49.300» conclude.

Ginevra Larosa

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