Addio a Francesco Cavaglià, l’ingegnere degli Emirati

Roma, 1 dicembre 2023 – Si è spento nella sua abitazione romana, all’età di 97 anni, Francesco Cavaglià, ingegnere civile e diplomatico italiano all’estero.

 

Figlio del pioniere antesignano dell’Aeronautica italiana Mario Pietro Cavaglià, durante la seconda guerra mondiale fu deportato in un campo di concentramento e di lavoro nazista in Austria, dove riuscì a salvarsi miracolosamente.

Le opere

Terminata la guerra e compiuto il servizio militare come ufficiale, seguirono importanti successi lavorativi in Italia, come la costruzione del porto di Gela e la ricostruzione delle abitazioni superstiti della tragedia del Vajont.

All’estero, si ricorda invece la costruzione della rete stradale in varie Nazioni africane, fra cui la Liberia. Verso la fine degli anni ’50, a seguito dei lavori della base militare e dell’aeroporto di Teheran, ricevette il titolo ad honorem di American Military Engineers.

L’attività diplomatica

Ricoprì importanti incarichi di lavoro negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi, e parallelamente anche prestigiose cariche diplomatiche allo scopo di stringere accordi locali tra gli Emirati e le aziende Italiane, nonché per accompagnare importanti personalità come Aldo Moro e Monsignor Giovanni Battista Montini, divenuto in seguito Papa Paolo VI.

Nel 2014 l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel giorno del ringraziamento, gli consegnò la medaglia a ricordo della prigionia nazista. Gli ultimi anni della sua vita li ha dedicati agli studi di archeologia africana e la sua raccolta di reperti è, per sua volontà, destinata a essere donata al Museo della Civiltà di Roma.

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