Attualità

Scuola, Azzolina: «c’è un black out della socialità»

 

Roma, 11 Gennaio 2021 – Solo il 50% in presenza per i ragazzi delle scuole superiori che oggi rientrano a scuola in tre Regioni: Toscana (poco più di 166 mila), Abruzzo (56.500) e Valle d’Aosta.

Le altre Regioni rinviano il ritorno sui banchi della scuola superiore in date che vanno dal 18 gennaio al 1 febbraio. Previsti per oggi proteste e flash mob. Ragazzi, studenti e docenti, dal Nord al Sud, chiedono di poter tornare a scuola.

La ministra Azzolina

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Radio Rai 1 ha dichiarato: «È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale. Se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui».

«Nelle Regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici. I ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi. Se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata, oggi la didattica a distanza (Dad) non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica».

Rischio basso

«Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito», ha aggiunto la Azzolina. «All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive».

Regioni pronte

«Da parte mia non vuole esserci polemica con le Regioni. Ma bisogna dire quelli che sono i fatti. Volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre, qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. È partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula».

Gli esami della maturità

«Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte. Lo scorso anno ci hanno presentato idee ragionevoli. Una decisione la prenderemo a breve, i ragazzi hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare».

«A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato. Oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli».

Speranza

Sulla questione del rientro in classe era intervenuto nella serata di domenica anche il ministro della Salute Roberto Speranza. «Ne discuteremo domani (oggi n.d.r.) con le regioni, ma mi pare complicato vedere le scuole superiori chiuse e gli impianti di sci aperti. Sarà uno dei temi, e poi ancora in Parlamento».

Ginevra Larosa

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