Firenze, 24 Maggio 2024 – In un’ottica di mercato in cui le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale sono predominanti, OpenAI stringe un accordo milionario, si parla di circa 250 milioni di dollari, con il gigante statunitense dell’editoria NewsCorp, azienda fondata dal miliardario Rupert Murdoch (che l’ha guidata fino allo scorporo tra News Corporation e 21se Century Fox poi finita sotto l’egida di Disney), a cui appartengono oltre al Wall Street Journal, il New York Post, il Times, il Sunday Times, il Daily Telegraph e il Sun.
L’accordo
Al momento non si hanno molti dettagli se non che servirà per rendere l’Ia sempre più “umana” grazie all’apprendimento dei contenuti giornalistici e che tale accordo è comunque considerato, dal gruppo editoriale, come uno dei più importanti mai raggiunti nel settore dei media, se non il principale. «L’Era digitale» commenta Robert Thomson, amministratore delegato di NewsCorp, «era caratterizzata dal dominio dei distributori, spesso a spese dei creatori, e non hanno retto il colpo dell’ondata tecnologica che le ha costrette a chiudere battenti. Ora puntiamo ad ottenere il massimo e a trarre il meglio da questa opportunità».
L’accordo raggiunto, come precisa Sam Altman, ad di OpenAI avrà durata pluriennale e, anche se ChatGPT non potrà accedere in misura indiscriminata alle testate che fanno capo al gruppo editoriale, questo contribuirà in maniera decisamente significativa al miglioramento dei servizi e dei prodotti dell’azienda, in modo tale da renderli in linea con gli standard giornalistici.
New York Times contro
Mentre alcune aziende e gruppi editoriali decidono di perseguire il detto “se non puoi batterli fatteli amici” accettando di allearsi col “nemico”, il New York Times non scende a compromessi con l’Intelligenza artificiale tanto che è ancora in corso la causa legale avviata lo scorso dicembre contro OpenAI che utilizzerebbe senza consenso alcuni dei suoi articoli per addestrare l’Ia, causando al quotidiano un rilevante danno economico.