Onu: «Israele fermi la costruzione di nuovi alloggi a Gerusalemme Est»

New York, 16 Novembre- L’Onu ha chiesto al governo israeliano di “revocarela decisione di costruire nuovi alloggi nel quartiere ebraico di Gerusalemme Est oltre la Linea Verde del 1967.

L’Israel Land Authority ha annunciato domenica, sul suo sito web, di aver aperto gare d’appalto per oltre 1.200 nuovi alloggi nell’insediamento di Givat Hamatos.

L’Onu

Il coordinatore delle Nazioni Unite per il processo di Pace, Nickolay Mladenov ha dichiarato: «Se fossero costruiti si consoliderebbe ancora di più l’anello di insediamenti tra Gerusalemme e Betlemme nella Cisgiordania occupata». E quindi «danneggerebbe in modo significativo le prospettive per un futuro Stato palestinese contiguo. E per il raggiungimento di una soluzione negoziata a due Stati che si basa sulle linee del 1967, con Gerusalemme come capitale di entrambi. La costruzione di insediamenti è illegale ai sensi del diritto internazionale e invito le autorità a revocare la decisione»

Gli Stati Uniti

La mossa rischia anche di causare problemi con la futura amministrazione statunitense, che si oppone all’espansione degli insediamenti. E che spera di rilanciare i negoziati su una soluzione a due Stati.

Il prossimo presidente Usa Joe Biden ha promesso di adottare un approccio più imparziale al conflitto. Donald Trump, invece, fornendo un sostegno senza precedenti a Israele, aveva abbandonato la posizione decennale degli Stati Uniti secondo cui gli insediamenti sono illegittimi. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, alla fine di questa settimana, ha in programma di visitare un insediamento ebraico nella Cisgiordania. Si discosta, così, dai suoi predecessori, che hanno spesso criticato la costruzione di insediamenti.

L’Unione europea

L’annuncio di nuovi alloggi a Givat Hamatos a Gerusalemme, oltre la Linea Verde del 1967, è «di grande preoccupazione per l’Ue e per i Paesi con lo stesso avviso». Lo ha dichiarato il rappresentante europeo a Gerusalemme Sven Kuehn von Burgsdorff in un comunicato diffuso al termine della visita sul posto. Contestata da una serie di residenti del quartiere e di attivisti di destra. «Se Israele va avanti nei suoi piani per un insediamento in questo luogo» – ha concluso il rappresentante Ue chiedendone lo stop – «causerà seri danni alla prospettiva per un praticabile e contiguo Stato palestinese».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *