‘Ndrangheta, arresti grazie ai dati criptati con tecnologia PGP

 

 

Catanzaro, 15 Aprile 2021 – Calabria, Lazio, Lombardia, Liguria, PiemontePuglia, Sicilia e Toscana. Sono queste le Regioni coinvolte nell’operazioneMolo13” della Guardia di Finanza. La quale ha portato all’arresto, per ‘ndrangheta, di 20 persone (di cui diciannove in carcere e uno agli arresti domiciliari). Nonché alla confisca di beni per 4 milioni di euro.

Tante Regioni coinvolte

Il reato contestato a vario titolo è: associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con lo scopo di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso di riferimento. A dare esecuzione alle misure emesse dal Gip, il comando provinciale delle Fiamme Gialle di Catanzaro e il Servizio centrale Investigazione criminalità organizzata (Scico) di Roma. Ma, diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese.

Nel mirino della direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro esponenti di spicco della cosca della ‘ndrangheta radicata sul territorio di Guardavalle (Cz). Riconducibile alla famiglia Gallace, cui faceva capo un’estesa organizzazione criminale transazionale con lo scopo di agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico. Inoltre con la capacità di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America e di piazzarla in Europa (Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Slovenia), Australia e Nuova Zelanda.

Negli ultimi decenni si è trasformata in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite. Inoltre ha accresciuto la potenza militare ed economica e ha acquisito più controllo sul territorio ionico a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, toscano e lombardo.

Tutto organizzato tramite mail

Molto rilevante il sequestro da parte delle autorità olandesi di dati criptati con una tecnologia non convenzionale denominata PGP. Preziosa la collaborazione del rappresentante italiano presso Eurojust. Grazie a questo è stato possibile intercettare un numero enorme di messaggi di posta elettronica, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi con la suddetta crittografia. Ottenute anche indicazioni sul modus operandi dell’organizzazione, identificati i sodali e ricostruiti numerosi episodi di commercio e importazione di sostanze stupefacenti. Tra i quali l’importazione di una fornitura del peso di oltre 150 chilogrammi di cocaina sequestrata a maggio 2017 nel porto di Livorno.

Le chat scambiate tra i soggetti coinvolti ha permesso agli investigatori di rilevare che era stato commissionato l’acquisto di circa 200 kg di cocaina dalla Colombia. Inoltre, il trasporto sarebbe avvenuto all’interno di un container a bordo di una motonave partita dal porto di Cartaghena (Colombia). Il cui recupero, programmato inizialmente a Barcellona (Spagna), era stato tentato, con esito negativo, presso Livorno. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata e immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione di ‘ndrangheta oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio.

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