Attualità

Mosca, per la prima volta si parla di guerra

 

 

Roma, 23 dicembre 2022 – «Il nostro obiettivo non è far girare il volano del conflitto militare, ma, al contrario, porre fine a questa guerra». Per la prima volta dall’inizio “dell’operazione militare speciale”, il presidente russo Vladimir Putin parla di guerra con i giornalisti, dopo aver partecipato a Mosca a un Consiglio di Stato sulle politiche giovanili.

Alcuni critici di Putin hanno ricordato che da marzo parlare di guerra è illegale per Mosca e c’è chi lo accusa di diffondere false informazioni in merito all’operazione che si sta svolgendo in Ucraina. Nikita Yuferev, parlamentare di San Pietroburgo fuggito per le sue posizioni pacifiste, ha chiesto alle autorità russe di perseguire Putin perdiffusione di informazioni false”.

Yi: «Cina in favore della pace»

La Cina attraverso il suo ministro degli Esteri Wang Yi, in colloquio telefonico con Antony Blinken, conferma il suo ruolo di mediatrice. «La Cina è a fianco della comunità internazionale nel promuovere la pace e i negoziati. Continueremo a giocare il nostro ruolo costruttivo per la risoluzione della crisi ucraina». Queste le parole del ministro al suo corrispettivo americano riportate anche dall’agenzia di stampa russa Tass.

Mosca e Washington dialoghino

Alexander Darchiev, direttore del dipartimento nordamericano del ministero degli Esteri russo, intervistato dalla Tass, dichiara «Mosca e Washington devono dialogare e negoziare, ma per farlo bisogna abbandonare il tono messianista e condiscendente, che è semplicemente inappropriato nelle circostanze odierne».

Nella giornata di ieri, dopo la visita del presidente ucraino Zelensky a Washington, Mosca ha criticato aspramente gli Usa per il loro coinvolgimento e afferma di essere pronta ad ampliare il proprio arsenale nucleare e allo schieramento dei nuovi missili intercontinentali Sarmat.

Tajani: «Necessario sostegno Occidente per la pace»

In merito alle accuse rilanciate contro il vertice Usa-Ucraina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, terminata la conferenza degli ambasciatori, ha voluto ribadire l’importanza del messaggio di unità che questo rappresenta, chiedendo maggiore impegno ai Paesi mediatori come Cina e Turchia e anche Vaticano per «persuadere la dirigenza russa».

Gianfranco Cannarozzo

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