La crisi immobiliare cinese allerta le aziende italiane

 

 

Milano, 17 Agosto 2023 – La recente crisi immobiliare che sta colpendo la Cina e le cause che l’hanno provocata, hanno fatto scattare i campanelli di allarme delle imprese italiane, le quali hanno subito, parlando di interscambio, una contrazione dell’8% nella prima metà del 2023 a causa di un calo importante delle esportazioni.

Borselli: «Domanda bassa e disoccupazione giovanile»

Secondo Mario Boselli, presidente dell’Italy China Council Foundation, ente che tutela gli interessi degli italo-cinesi e promuove il dialogo interculturale, la situazione è provocata non solo dalla diminuzione delle esportazioni, ma anche dalla scarsità della domanda interna e del preoccupante aumento della disoccupazione giovanile.

Boselli inoltre ricorda come alcuni prodotti del made in Italy, specie nei comparti moda, design e tessile, sono molto apprezzati in Cina tanto che il Belpaese si colloca sistematicamente tra i primi fornitori del mercato cinese in queste categorie. Nonostante questo però le aziende devono prestare molta attenzione, in particolar modo quelle che operano nei settori produttivi non ancora consolidati sul fronte delle esportazioni.

La “punta dell’iceberg”

La crisi dell’immobiliare, per il presidente dell’Italy China Council Foundation è solamente la punta dell’iceberg provocata da una crisi del debito cinese, sfociata in un rallentamento dell’economia che ha destato grandi timori e incertezze. Borselli afferma che «I consumi interni ne risentono e ne risentiranno ancora. I ricchi continuano ad essere tali, dunque l’industria del lusso non rischia molto, anche se per un po’ potremmo non avere nuovi compratori».

«La Cina è un Paese strategico per quello che acquista, che vende, per l’impatto che ha sull’ambiente. Dunque ci condiziona e, a fronte di un momento così delicato, preoccupa vista la rilevanza delle interconnessioni col nostro sistema produttivo. Il problema non è tanto quello che sta avvenendo in questi giorni, quanto quello che potrebbe succedere di qui a sei mesi». Esclude infine delle vere e proprie ripercussioni per l’Italia, ritiene piuttosto che ci sarà un rallentamento.

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