Cinema

Hollywood, sceneggiatori in sciopero per mancata trattativa sui compensi

 

 

Los Angeles, 2 Maggio 2023 – Hollywood si blocca. Da oggi migliaia di sceneggiatori cinematografici e televisivi sono entrato in sciopero dopo il mancato accordo sui compensi e sulle retribuzioni, con i principali studi e piattaforme. Questo rappresenta un evento storico che si è verificato solo un’altra volta, 15 anni fa per le stesse motivazioni. A darne l’annuncio tramite una nota, il sindacato Writers Guild of America (Wga) che rappresenta circa 11.500 sceneggiatori.

Le motivazioni

Tra le questioni principali che hanno portato allo sciopero: i salari, i compensi sui diritti di scrittura e i diritti d’autore, anche per i prodotti audiovisivi destinati alle piattaforme di streaming e chiedono dei regolamenti per l’utilizzo dell’Ai in modo da impedire che questa tecnologia venga utilizzata per la creazione di nuovi set, partendo da quelli esistenti.

Come riportato dall’Ansa, secondo una indagine condotta dalla Wga risulta che circa la metà dei suoi iscritti percepisce la paga minima e in proporzione all’inflazione, lo stipendio medio settimanale è calato del 23%.

A questa problematica si aggiungono le critiche mosse contro le sempre più comuni “miniroom”. Gli Studios infatti non assumo sceneggiatori per scrivere una serie, ma per risparmiare, prendono piccoli gruppi di creativi non sempre retribuiti, che devono in pochi giorni realizzare delle mini serie da poche puntate.

Le ripercussioni dello sciopero

Lo sciopero non sarà privo di conseguenze per l’industria, film e serie potrebbero infatti subire dei ritardi. Non solo, potrebbe risentirne anche l’intera economia che ruota intorno al mondo delle produzioni cinematografiche. Intanto però l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp) che rappresenta tra le altre Netflix, Prime Video, Disney, Warner Bros, Sony Columbia, si dice aperta alle trattative.

La nota

“Siamo determinati” si legge nella nota diffusa dalla Wga, “a raggiungere un nuovo contratto con una equa retribuzione che rifletta il valore del nostro contributo al successo dell’industria e includa protezioni che garantiscano che la scrittura sia una professione sostenibile. Nel corso della trattativa, abbiamo spiegato come le pratiche commerciali di queste società rappresentate dalla Amptp, abbiano ridotto drasticamente i nostri compensi e i nostri diritti d’autore e, quindi, minato le nostre condizioni di lavoro”.

Gianfranco Cannarozzo

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