Amman, 4 Aprile 2021 – Sventata una congiura di palazzo in Giordania contro re Abdullah II, arrestate una ventina di persone. C’è anche Hamzah bin Hussein, il figlio maggiore del defunto re Hussein, ex principe ereditario e fratellastro del re di Giordania Abdullah II, tra le persone vicine alla Casa reale di Amman arrestate dalle forze della sicurezza giordana per ”motivi di sicurezza”. Posto agli arresti domiciliari ma rifiuta le accuse.
In un video diffuso dalla Bbc, lo stesso Hamzah racconta: «Ricevuta questa mattina una visita del capo di stato maggiore delle forze armate giordane. Mi ha informato che non mi è permesso uscire, comunicare con persone o incontrarne. Questo perché durante incontri a cui avevo partecipato – o sui social o durante visite – erano state espresse critiche al Governo o al re».
Hamzah avrebbe preso parte ad alcuni eventi in cui erano state mosse “critiche al governo o al re”, anche se non è stato accusato di averle fatte lui stesso. «Non sono la persona responsabile del crollo della governance, della corruzione e dell’incompetenza che è stata prevalente nella nostra struttura di Governo negli ultimi 15-20 anni. E non sono responsabile della mancanza di fiducia che le persone hanno nelle loro istituzioni. Si è raggiunto un punto in cui nessuno è in grado di parlare o esprimere opinioni su qualsiasi cosa senza essere vittima di bullismo, arrestato, molestato e minacciato». Si difende così nel video pubblicato dalla Bbc.
Amman nega ufficialmente che tra gli arrestati ci fosse anche il principe Hamzah, pur confermandone il coinvolgimento. Il capo di stato maggiore giordano, generale Yousef al Huneiti, ha fatto sapere che ad Hamzah è stato intimato di astenersi da spostamenti. Ma anche, da altre attività che potrebbero essere sfruttate per destabilizzare il regno hashemita.
Un alto funzionario dell’intelligence mediorientale informato degli eventi ha detto al Washington Post che erano in corso indagini sul tentativo di spodestare il re. Leader tribali e membri dell’establishment di sicurezza giordano coinvolti nel complotto, aggiunge il giornale. ”È in corso un’inchiesta”, ha spiegato un funzionario citato dall’agenzia di stampa ufficiale Petra a condizione di anonimato. Gli arresti, ”una ventina”, condotti dopo ”un attento monitoraggio” e da ”indagini approfondite” condotte ”da molto tempo”, aggiunge la fonte.
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