Bucarest, 8 Marzo 2024 – Buone notizie per Ursula von der Leyen, nel corso del Consiglio del Partito popolare europeo (Ppe) nella Capitale romena, si è aperta la strada verso il secondo mandato per la presidente della Commissione Ue. In un contesto globale di elezioni infatti a giugno anche l’Istituzione europea sarà chiamata a eleggere il proprio (o la propria) rappresentante.
Nonostante il risultato della votazione (400 favorevoli e 89 contrari) abbia portato in testa Ursula von der Leyen, la vittoria denota una spaccatura interna al partito. Diverse infatti sono le accuse contro di lei soprattutto per non aver accusato apertamente Israele per le stragi di Gaza e il suo cambio di rotta sulle legislazioni ambientali. Inoltre è accusata di aver allontanato l’Europa dagli europei.
Secondo quanto risulterebbe dai sondaggi allo stato attuale il Ppe è il partito in testa nelle preferenze Ue. Le previsioni lo confermano come il più forte anche in Parlamento, cosa che renderebbe ancor più solida, se non certa, una possibile ricandidatura di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione.
Nel corso del suo intervento la “spitzenkandidat” (candidata di punta) la presidente della Commissione europea ha affrontato questioni importanti quali sicurezza, immigrazione, Green Deal e Ucraina. «Noi crediamo nella dignità di ogni essere umano ed è per quello che combatteremo in questa elezione. E oggi questo è più importante che mai», esordisce la candidata. «Il risultato di oggi è chiara manifestazione che il Ppe è a favore di un‘Europa forte, prospera, sicura, unita e democratica» evidenziando di essere in favore dello Stato di diritto e in favore della dignità umana «nel pieno spirito di De Gasperi e Adenauer, di Vaclav Havel e Lech Welesa».
Non manca poi l’attacco a Putin ritenuto unico responsabile della morte di Alexei Navalny e di quanto sta accadendo in Ucraina «Il Tribunale dell’Aja lo attende per i crimini di guerra».
«Mentre Putin con i suoi amici semina odio, l’Europa, unita e pacifica continua a subire le minacce degli estremisti e dei populisti di estrema sinistra e di estrema destra (facendo esplicito riferimento ai partiti di AFD (Alternative für Deutschland) e Rassemblement National».
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