Il divario ricchi e poveri in molti paesi è ancora un rischio per la salute

Centinaia di milioni di persone che vivono in condizioni di povertà hanno beneficiato ben poco del miglioramento dello stato di salute collettivo. Vivono prevalentemente in paesi poveri dove il problema delle malattie è grave, le prospettive sono tutt’altro che rosee e la durata della vita è breve. Il dott. Hiroshi Nakajima, ex direttore generale dell’OMS, ha detto:«Il divario fra la salute dei ricchi e quella dei poveri è lo stesso di almeno mezzo secolo fa». Purtroppo questo divario si va accentuando, dice un esperto dell’OMS, perché «i paesi in via di sviluppo sono doppiamente penalizzati. Infatti devono lottare non solo contro le nuove malattie croniche, ma anche contro le malattie tropicali non ancora debellate».

Come ridurre il divario

Questo non significa che non si possa migliorare. In effetti si potrebbero evitare molti milioni di morti premature. Per esempio, «ogni anno muoiono almeno 2 milioni di bambini di malattie per le quali esistono vaccini», dice Nakajima. Sostenendo che occorre assolutamente ridurre il divario fra lo stato di salute dei ricchi e quello dei poveri, aggiunge: «È tempo di rendersi conto che la salute è un problema mondiale». Il mondo ha urgente bisogno di «accordi internazionali di collaborazione in campo sanitario ispirati a criteri di giustizia sociale, equità e solidarietà».

Cosa possono fare tutti 

Anche se forse questi accordi di collaborazione sono ancora lontani, ogni paese può far molto sin da ora per migliorare lo stato di salute della sua popolazione, dice il World Health Report 1998. Come? Educando i cittadini a coltivare «capacità di sopravvivenza e stili di vita sani» che prevengano o riducano le malattie. La Costituzione dell’OMS riassume il concetto in questi termini: «Per migliorare le condizioni di salute sono della massima importanza l’informazione e la cooperazione attiva del pubblico». Solo in questo modo è possibile colmare almeno in parte il divario tra la salute dei ricchi e quella dei poveri.

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