Europa

Cop27, Ue: c’è l’accordo su loss and damage

 

 

Roma, 19 Novembre 2022 – Raggiunto in extremis l’accordo sul fondo per i ristori delle perdite e i danni (loss and damage) del riscaldamento globale alla Cop27 di Sharm el Sheikh. Il confronto, pur andando avanti, resta in stallo dopo una lunga notte di negoziati tra i delegati dei quasi 200 Paesi presenti.

Cop27 avanti a oltranza

Il vertice avrebbe dovuto chiudersi ieri, rischiando il fallimento per le profonde divisioni tra Paesiricchiepoveri“, ma il documento finale complessivo tuttavia non è ancora chiuso, spiega la fonte di cui diffonde la notizia l’agenzia Ansa. L’Unione europea chiederà ancora qualche miglioramento sulla mitigazione del cambiamento climatico, cioè sugli impegni per il taglio delle emissioni di gas serra e il mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli preindustriali. Alle ore 21 locali (20 in Italia, ndr) è prevista un’assemblea plenaria.

Ue ottiene risarcimenti per Paesi realmente vulnerabili al cambiamento climatico

Sul capitolo dei loss and damage, l’Unione europea ha ottenuto che nel documento si indichi che i destinatari degli aiuti sono gli Stati più vulnerabili, che sono anche paradossalmente quelli che inquinano meno, e non tutti i Paesi in via di sviluppo. Fra i quali sono ancora comprese le superpotenze Cina e India. Nel documento inoltre è stato inserito un cenno all’allargamento della base dei donatori: è un’altra richiesta della Ue, che vuole che anche Cina e altri emergenti versino contributi al fondo. In mattinata, capeggiata dal vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, la delegazione europea aveva addirittura minacciato di ritirarsi e di lasciare il tavolo denunciando che non si riuscisse neppure a mantenere gli obiettivi fissati dagli accordi precedenti (da Parigi nel 2015 a Glasgow lo scorso anno).

Il nodo principale

Assodato che il fondo sarà creato, ora bisogna decidere con quali criteri si decide chi dà e chi riceve i soldi. Un gruppo di Paesi, tra i quali la presidenza egiziana, vuole basarsi su una classificazione del 1992, che includerebbe Cina, Kuwait, India e Qatar come “Paesi in via di sviluppo”; mentre il blocco europeo insiste sulla necessità di una classificazione aggiornata, basata cioè sulla situazione economica attuale e non quella di 30 anni fa.

Giovanni De Negri

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