Glasgow, 2 Novembre 2021 – Porre fine alla deforestazione entro il 2030 è l’impegno, scritto, che i leader di oltre 100 Paesi hanno raggiunto. L’accordo preso alla Cop26 prevede un’investimento da 19,2 miliardi di dollari. Tra i firmatari della “Dichiarazione di Glasgow su foreste e terra” anche Jair Bolsonaro, Xi Jinping e Vladimir Putin.
Il premier Boris Johnson sottolinea: «Questi grandi ecosistemi brulicanti, queste cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro Pianeta».
«Questo è il più grande passo avanti nella protezione delle foreste del Mondo da una generazione», afferma con entusiasmo la presidenza britannica della conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Tra i Paesi che hanno aderito all’accordo figurano – oltre a Brasile, Cina, e Russia – anche Stati Uniti, Canada e Repubblica democratica del Congo.
Secondo la presidenza britannica, per questo progetto saranno impegnati 8,75 miliardi di sterline (circa 10,30 miliardi di euro) di fondi pubblici. Saranno inoltre mobilitati 5,3 miliardi di sterline di investimenti privati, di cui un miliardo sarà dedicato alla protezione del bacino del Congo, che ospita la seconda foresta tropicale più grande del Mondo.
“Occorre agire subito”, è il monito emerso alla Cop26 di Glasgow, ma la strada è in salita. La Cina, infatti, critica a testa bassa gli Usa, per l’inquinamento del passato: le sue emissioni storiche sono 8 volte quella della Cina. È soprattutto il premier indiano Modi a gelare il forum: «L’India raggiungerà l’obiettivo delle emissioni zero nel 2070».
Intanto la Cina ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per allentare la crisi energetica: proprio mentre a Glasgow i leader mondiali sono impegnati nei colloqui sul clima per scongiurare gli effetti del global warming. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, il massimo organo cinese impegnato nella pianificazione economica, ha infatti reso noto che la produzione media giornaliera di carbone da parte di Pechino è salita a oltre 11,5 milioni di tonnellate dalla metà di ottobre, con un aumento di 1,1 milioni rispetto alla fine di settembre.
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