Anziani, la fotografia dell’Istat

 

 

Milano, 2 Agosto 2023 – Secondo quanto riportato da uno studio condotto dall’Istat, gli anziani rappresentano il 35% della popolazione italiana e vivono prevalentemente in contesti perlopiù urbani: il 45% nei Comuni capoluogo, quasi un terzo distribuiti tra prima e seconda cintura urbana e il restante 24% nella corona più esterna dell’area.

Sono questi i dati aggiornati dell’Istituto il quale rileva che circa un quarto della popolazione ha, al 1º gennaio, l’età media di 65 anni. Dato leggermente inferiore alla media nazionale, ma in aumento rispetto a una trentina di anni fa. La concentrazione è più alta al Nord rispetto al Sud fatta eccezione per Messina e Cagliari, mentre Genova si posiziona in top list con il 29,1% di anziani, mentre Napoli raggiunge quasi il 20%.

Alta la componente femminile

La struttura per genere della popolazione anziana evidenzia la presenza più consistente della componente femminile, conseguenza dell’invecchiamento della popolazione e della speranza di vita delle donne, più elevata rispetto a quella maschile. Infatti nel complesso delle Città metropolitane, al 1° gennaio 2023, vivono 77 uomini anziani ogni 100 donne della stessa fascia d’età (in Italia quasi 79), rispetto a un rapporto di mascolinità della popolazione totale che, seppur a favore delle donne, è più vicino all’equilibrio con 94 uomini ogni 100 donne. Tuttavia, dal 1993 ad oggi, il gap di genere nell’età senile si è ridotto di 9 punti percentuali.

Le trasformazioni demografiche

Il report dell’Istat evidenzia anche l’incidenza della trasformazione demografica che ha delle implicazioni sulla popolazione italiana, come effetti sociali e un aumento della pressione sul sistema pensionistico. Nelle 14 Città metropolitane, al 31 dicembre 2021, sono erogate complessivamente 6,2 milioni di prestazioni pensionistiche a 4,3 milioni di titolari over 65, per una spesa complessiva di 98 miliardi di euro.

Numero medio prestazioni più basso al Sud

Parlando delle prestazioni pensionistiche medie, dai dati Istat risulta un calo e una differenziazione nei territori metropolitani con un valore inferiore nel Sud Italia fatta eccezione per Reggio Calabria. Ciascun beneficiario anziano percepisce in media 1,5 prestazioni anche di diverso tipo, in base alla normativa vigente con il cumulo di più pensioni e in linea anche con la media nazionale. Circa 81,8% delle prestazioni erogate ai beneficiari di 65 anni e più sono di invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS), il 16,4% sono destinate a prestazioni assistenziali (invalidità civile, accompagnamento, assegni sociali e pensioni di guerra). Si aggiunge infine una quota residuale (1,8%) erogata per prestazioni di tipo indennitario (rendite dirette e indirette per infortuni sul lavoro e malattie professionali).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *