«La Commissione europea accoglie con favore l’inizio delle operazioni della Tap (Trans-Adriatic Pipeline) che collega la Grecia con l’Italia attraverso l’Albania per portare gas naturale dal Mar Caspio ai consumatori nell’Unione europea». Lo ha dichiarato Tim McPhie, portavoce della Commissione, durante la conferenza stampa quotidiana.
«Il progetto migliorerà l’offerta e la concorrenza, garantendo la sicurezza energetica e diversificando i fornitori di gas in Italia, Grecia, Bulgaria e nella regione sud-orientale europea», ha aggiunto il portavoce. «La Tap» – ha concluso – «è un’opera di comune interesse e assieme al già completo gasdotto trans-Anatolico è una parte importante del corridoio meridionale del gas (Sgc, Southern Gas Corridor)».
Il Sgc è l’infrastruttura di rilevanza strategica Ue che realizzerà il primo collegamento diretto tra le ingenti riserve di gas naturale del Caspio (campo Shah Deniz II) e le coste italiane, in un’ottica di diversificazione, incremento e maggiore regolarità dei flussi di gas, a beneficio della sicurezza energetica europea. Si tratta al momento per l’Unione europea dell’unica infrastruttura in via di realizzazione proveniente da una fonte non-OPEC, non-russa e non-araba.
Sgc si compone di 3 diverse sezioni: l’espansione del South Caucasus Pipeline – Scpx (Caspio-Azerbaijan–Georgia); il Trans Anatolian Gas Pipeline – Tanap (Turchia); il Trans Adriatic Pipeline –Tap (Grecia– Albania –Italia). A ciò si aggiungerà un interconnettore Grecia-Bulgaria (Igb), mentre sono già allo studio ipotesi di estensione anche lungo la regione Ionico-Adriatica, a partire da Montenegro e Croazia.
L’opera è stata prescelta nel giugno 2013 rispetto al concorrente “Nabucco” e nel settembre successivo sono stati firmati a Baku, con undici società europee – tra cui le italiane Enel ed Hera Trading – i contratti di vendita a lungo termine del gas naturale, per complessivi 100 miliardi di dollari Usa, su un periodo di 25 anni.
Il Sgc, con i suoi circa 3.200 Km di lunghezza, prevede un investimento complessivo di 45 miliardi di dollari Usa e viene al momento considerato tra i maggiori investimenti in corso nel mondo, nel settore dell’energia. Vi partecipano, nell’assetto azionario dei tre consorzi (Scpx-Tanap-Tap), undici grandi multinazionali: in primis l’azerbaijana Socar e la Bp, ma anche l’italiana Snam, di recente entrata nel Tap con il 20%.
I governi interessati, ovvero i sette Paesi di transito, più la Bulgaria e i due osservatori della regione Ionio-Adriatico, nonché Commissione Ue, Regno Unito e Usa, che ne ha sempre sostenuto il valore strategico, ai fini della sicurezza energetica europea, si coordinano nell’ambito di un apposito Advisory Council che si riunisce annualmente a livello di ministri dell’Energia.
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