Lisbona, 26 Dicembre – Uccisi 540 animali in Portogallo, carcasse stese su un prato e disposte in ordine.
Dalle prime ricostruzioni, tra il 17 e il 18 dicembre un gruppo di 16 cacciatori spagnoli avrebbe ucciso 540 cervi e cinghiali selvatici. Vivevano nei boschi di Azambuja, a 40 chilometri dalla capitale del Portogallo. La fattoria dove si sono svolti i fatti è un’area di 1.100 ettari totalmente recintata e murata. Quindi i poveri animali custoditi al suo interno non hanno potuto fuggire ai loro assassini. La caccia è consentita in questa zona, ma non si conoscono i motivi della strage.
Nell’arco di due giorni infatti è stata sterminata la maggior parte della popolazione di cervi della zona, una strage che potrebbe creare tensioni anche con il governo spagnolo. Sembra che i cacciatori siano stati ingaggiati per sterminare la fauna di un’area in cui dovrà nascere una centrale di energia solare. Il governo portoghese nel frattempo ha aperto un’inchiesta per capire meglio tutte le dinamiche che hanno portato al massacro e ha fermato il progetto che avrebbe portato all’installazione di decine di pannelli solari.
Il ministro dell’Ambiente portoghese, João Pedro Matos Fernandes, dopo aver visto le foto ha dichiarato: «Le segnalazioni e le notizie in nostro possesso sul massacro indiscriminato di animali ci indicano che non ha nulla a che fare con la caccia, intesa come pratica che può contribuire al mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi». Matos Fernandes ha giudicato questo gesto un «crimine ambientale da portare in tribunale».
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