Attualità

Mafia, l’ex boss Schiavone diventa collaboratore di giustizia

 

Roma, 30 Marzo 2024 – Dopo 26 anni di carcere duro al 41 bis l’ex boss dei Casalesi, Francesco Schiavone, uomo temuto e custode di importanti segreti noto negli ambienti malavitosi con il soprannome di “Sandokan” (nomignolo da lui sempre contestato), diventa collaboratore di giustizia. A dare conferma dell’avvio del percorso di collaborazione la Direzione nazionale antimafia.

Schiavone l’uomo che ridisegnò la mappa della criminalità

Oggi malato di tumore un tempo spodestò l’allora boss Antonio Bardellino seminando paura e morti a cavallo degli anni ’80 e ’90 espandendo il controllo della sua cosca per poi nel 1998 finire in manette. Gli agenti lo trovarono nascosto all’interno di un bunker a Casal di Principe, roccaforte della famiglia e finì all’ergastolo in seguito a diverse condanne tra cui vari omicidi nel corso del maxi processo “Spartacus” che vide 115 persone processate. Anche i figli Nicola e Walter, prima di lui, hanno deciso di diventare collaboratori di giustizia mentre la moglie, Giuseppina Nappa, non è a Casal di Principe. Al momento sembrerebbe che il resto della famiglia abbia rifiutato la proposta di entrare nel programma di protezione.

Un messaggio chiaro

La decisione di Schiavone di gettare la spugna e cominciare a parlare aprendo un vaso di Pandora ricco di segreti sul clan e sulla Camorra è un duro colpo alla malavita, segnando la fine di un’era e, forse, riuscire finalmente a far luce su anni di sangue versato tra cui proprio sul boss Bardellino, scomparso in circostanze non del tutto chiare mentre si trovava in Brasile. Diventare collaboratore di giustizia potrebbe anche celare un messaggio diretto a coloro che vorrebbero tentare di riportare in auge il clan. Parlando, infatti, potrebbe affossare le ambizioni degli affiliati più carichi di aspirazioni.

Natale: «Far luce su un periodo buio»

Si dice soddisfatto Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, affermando che la decisione di Schiavone di collaborare con la giustizia permetterà di far luce su uno dei periodi più bui e oscuri della nostra storia, evidenziando al contempo che «le sue dichiarazioni potrebbero farci individuare quegli angoli ancora nascosti che possano rappresentare un pericolo futuro per la nostra gente, la nostra economia e le nostre Istituzioni».

Invece Roberto Saviano su X si chiede se il boss dei Casalesi davvero abbia deciso di collaborare o, come la moglie e i figli, non dirà molto confessando il minimo per evitare l’ergastolo.

Gianfranco Cannarozzo

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