Roma, 10 Dicembre – La Consob – Commissione nazionale per le società e la Borsa, autorità di vigilanza preposta – nel suo “Rapporto sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane” evidenzia come la cultura finanziaria degli italiani resta contenuta sebbene in lieve miglioramento, soprattutto nel sottocampione degli investitori, rispetto alle rilevazioni precedenti. In particolare, la quota di intervistati che risponde correttamente a domande su conoscenze finanziarie di base oscilla dal 38% (concetto di diversificazione) al 60% (rapporto rischio-rendimento).
Il confronto tra conoscenze finanziarie effettive e percepite ex-ante (ossia prima della verifica puntuale delle nozioni prima menzionate) mostra che gli intervistati tendono soprattutto a sottostimare le proprie conoscenze (i cosiddetti downward mismatch) piuttosto che a sovrastimarle. Tuttavia il divario tra conoscenze reali e percepite ex-post (ossia successivo alla verifica puntuale delle nozioni) mostra un’inclinazione a sovrastimare o sottostimare la propria cultura finanziaria nel 22% e 20% dei casi, rispettivamente.
Circa il 40% degli intervistati non è in grado di valutare il numero di risposte corrette fornite. Prendendo in considerazione quest’ultimo dato, spiega l’autorità di vigilanza, è possibile dedurre approssimativamente la quota di individui che hanno indicato l’opzione corretta senza rispondere in maniera casuale: la quota di risposte corrette scende in media al 38% dal 50%, con un’incidenza di risposte non ponderate ma casualmente “indovinate” oscillante tra il 21% e il 29%.
A fronte del livello di conoscenze finanziarie contenuto, continua la Consob, l’interesse ad approfondire i temi potenzialmente utili in occasione di scelte importanti viene manifestato da circa il 60% degli intervistati, che in alcuni casi non escludono di affidarsi al contempo all’intermediario di riferimento. L’argomento menzionato più di frequente, indica l’autorità nel rapporto, è rappresentato dagli investimenti finanziari (26% del campione) mentre poco più del 20% non sa individuare un argomento specifico e il 15% circa si dichiara non interessato.
Rispetto ai promotori di iniziative di educazione finanziaria gli intervistati indicano anzitutto gli intermediari e i consulenti finanziari, seguiti dalle istituzioni pubbliche. Con riferimento agli strumenti di educazione finanziaria, la maggior parte preferisce lezioni in presenza o a distanza, seguite da libri, manuali e quotidiani. Ma circa la metà del campione non risponde o si dichiara non interessato.
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