Roma, 4 Febbraio 2021 – Il 2020 segnato da un forte calo dell’export su quasi tutto il territorio nazionale nei primi nove mesi, rispetto allo stesso periodo del 2019 (-12,5%). Con una dinamica meno negativa della media nel Mezzogiorno (a esclusione delle Isole). Anche grazie alle ottime performance dei prodotti agroalimentari e del Molise, che ha registrato una crescita delle vendite oltreconfine significativa (+31,4%).
La società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti, Sace, ha stilato un rapporto ad hoc sull’export regionale. In cui si evidenzia come sebbene ci sia un calo delle esportazioni nei primi tre trimestri del 2020, tra luglio e settembre, invece, si nota una generale ripresa delle vendite all’estero (+24,1% congiunturale).
Gli esperti di Sace scrivono: “Lo shock pandemico ha messo ancor più in risalto le potenzialità inespresse dell’export del Mezzogiorno. Potenzialità che potrebbero essere sviluppate nel prossimo futuro sia verso quelli che sono già importanti partner commerciali (come Usa, Francia e Germania), sia verso realtà ancora poco conosciute ai prodotti meridionali”.
La crescita tra luglio e settembre del valore delle esportazioni di beni di tutte le ripartizioni territoriali nazionali è tornato quasi ai livelli del primo trimestre (97,6%). Il dato è positivo e diffuso in quasi tutte le Regioni, tranne la Sicilia che ha mostrato invece una contrazione.
“È una buona notizia che segna la ripartenza della domanda estera, tanto importante per l’economia italiana“, scrive Sace.
Tuttavia il risultato dei primi nove mesi del 2020 continua a rimanere in territorio negativo (-12,5%). Questo accomuna quasi tutte le Regioni: fanno eccezione solo Molise e Liguria. Nei primi nove mesi si è osservato un forte calo delle vendite all’estero dei prodotti provenienti in particolare dalle Isole (-30,6%) e del Nord-Ovest (-14%). La quale, invece, è la zona che in termini di valore ha il maggior rilievo sull’export nazionale complessivo.
Il dossier della Sace snocciola quindi i numeri dei mercati a maggiore potenziale: Stati Uniti (3 miliardi di euro), Francia (1,7 miliardi), Germania (1,43 miliardi), Spagna (1,42 miliardi), Cina (700 milioni), Turchia (315 milioni), Messico (488 milioni) e Qatar (250 milioni).
“Le merci vendute all’estero e provenienti dalle regioni del Sud (a esclusione delle Isole)” – riferisce l’analisi di Sace – “nel 2019 avevano visto un aumento tendenziale del 4,4%. Mentre tra gennaio e settembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, esse hanno subito un calo del 10,4% (-12,5% la media nazionale)”.
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