Taranto, 19 Febbraio 2024 – Dopo i tentativi infruttuosi per trovare una soluzione con il socio privato Arcelor Mittal sul caso dell’ex Ilva, Invitalia ha inviato al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) la richiesta per avviare la procedura di amministrazione straordinaria, evidenziando tramite una nota che il socio indiano è indisponibile a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture. Secondo alcune ipotesi già questa sera dovrebbero arrivare delle conferme dopo l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati e i lavoratori.
Nel comunicato diffuso da Invitalia si legge che “dopo aver esperito negli ultimi mesi, e da ultimo in queste settimane, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell’indisponibilità di quest’ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea, nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy un’istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia spa”.
Dall’ex Ilva invece per affrontare la crisi aziendale in maniera differente rispetto a quanto richiesto da Invitalia, hanno disposto una domanda di concordato con riserva comprensivo di misure protettive. Per quanto riguarda le tempistiche, invece, si parla di 60-120 giorni per presentare l’istanza vera e propria per trovare un accordo con i creditori in una situazione di per sé già complessa e delicata.
Il ministro Adolfo Urso che aveva commentato il diniego di Arcelor Mitteral a partecipare quale socio di maggioranza affermando che, a questo punto «è giusto che il Paese si riappropri del frutto del proprio lavoro», avrà il compito di analizzare la richiesta e verificare che siano rispettate tutte le condizioni necessarie per il commissariamento e successivamente il testimone passerà al Tribunale di Milano che valuterà l’insolvenza della società. Solo in seguito i commissari potranno stabilire se liquidare le attività aziendali per far fronte alle passività o se mantenere attive le funzioni dell’ex Ilva.
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