Roma, 21 Aprile 2021 – La vicenda giudiziaria che vede coinvolto Federico Leonardo Lucia (in arte Fedez) con l’associazione consumatori Codacons, con la querelle finita all’attenzione del Parlamento e del ministero della Giustizia, si tinge di giallo. Le risposte fornite a due interrogazioni parlamentari dall’ex titolare del dicastero, Alfonso Bonafede, presentate in merito a un grave caso di incompatibilità da parte della Procura di Milano, sono sparite nel nulla.
La vicenda risale allo scorso ottobre, quando gli On. Antonino Germanà e Vittorio Sgarbi presentarono due distinte interrogazioni al ministro della Giustizia in tema di conflitto di interessi. A seguito di una denuncia del Codacons in cui si evidenziava come un provvedimento di archiviazione di una querela dell’associazione contro il rapper, nonché noto influencer insieme alla moglie Chiara Ferragni, venne redatto per conto del Pubblico ministero da una tirocinante del Tribunale penale di Milano. La quale, attraverso i suoi profili social, risultava essere follower e fan non solo del querelato ma anche della sua consorte. Coppia soprannominati dalla stampa i Ferragnez.
“(…) la tirocinante potrebbe aver scritto la minuta di archiviazione influenzata dalla sua predilezione per Fedez e consorte. Violando, in tal modo, quel principio di imparzialità che deve sempre essere rispettato da chi opera nella Pubblica amministrazione. E, in particolar modo, nel sistema giudiziario”.
“(…) l’interrogante solleva il ragionevole dubbio che, ad oggi, manchi un efficiente sistema di controllo, regolamentazione e sanzione delle ipotesi in cui l’apprezzamento giuridico e fattuale di competenza di chi deve esercitare l’azione penale (ma medesimi rilievi valgono per l’organo giudicante) possa essere «influenzato» dai social network e dai rapporti influencer/follower/like”.
Un caso di conflitto di interessi che era finito al vaglio del Parlamento, e che è oggi al centro di un mistero. L’attuale ministro della Giustizia Cartabia ha comunicato, infatti, che il suo predecessore Bonafede ha fornito risposta ad entrambe le interrogazioni in data 17.12.2020. Ma non vi è traccia di questa risposta. Né sul sito istituzionale del Parlamento (dove le due interrogazioni risultano ancora pendenti e non definite) né presso gli uffici del ministero.
Un giallo che ha portato ora il Codacons a presentare formale istanza d’accesso al ministero della Giustizia e alla presidenza del Consiglio per ottenere copia dei documenti. I quali sembrano essere spariti nel nulla.
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