Ue, rimandata decisione su motori inquinanti

 

 

Roma, 1 Marzo 2023 – Il dibattito previsto oggi al primo punto della riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti in merito allo stop dei motori inquinanti dal 2035 è rinviato al Coreper I venerdì, come stabilito dalla presidenza svedese del semestre Ue. La ratifica finale del regolamento è prevista per il Consiglio Ue del 7 marzo.

Le motivazioni

Lo slittamento sembra essere causato dalle numerose controversie sul tema lanciate soprattutto dall’Italia, la quale ha espresso il voto contrario sulla scia delle numerose perplessità dovute in particolar modo dalla filiera dell’automotive che coinvolge 250mila dipendenti e dalle critiche avanzate dalla politica, soprattutto dal centrodestra.

Wissing: «Trovare un compromesso»

La Germania invece ha espresso delle riserve in merito al Regolamento Ue sul bando dei motori endotermici entro il 2035 chiedendo che questa sia affiancata da una misura europea parallela sugli efuel. Volker Wissing, ministro dei Trasporti, minaccia di porre un veto a Bruxelles qualora la Commissione non si adoperi in tal senso: «Alla luce dell’enorme flotta di veicoli già esistenti che abbiamo soltanto in Germania, per l’Fdp ci può essere solo un compromesso sui limiti del parco auto, se anche il ricorso agli e-fuels è possibile» Affermando in conclusione che «Al momento non siamo a conoscenza di proposte, ma solo di esternazioni di rigetto da parte del commissario Frans Timmermans».

Regolamento a rischio

Anche la Polonia e la Bulgaria si erano pronunciate negativamente lo scorso novembre e questo può portare a una minoranza di blocco che potrebbe ostacolare la decisione. Sono sufficienti quattro Stati membri del Consiglio. Il voto infatti è a maggioranza qualificata, pertanto devono essere rispettate alcune condizioni come il parere favorevole del 55% degli Stati membri e questi devono rappresentare almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue. Allo stato attuale con Germania, Polonia e Bulgaria contrarie il testo non passerebbe.

Urso: «Abbiamo svegliato l’Europa»

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha commentato la vicenda come una vittoria, affermando che «con il nostro “no” abbiamo svegliato l’Europa. Speriamo che altri comprendano che è l’ora della ragione, non certo della rassegnazione! Su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026. Cambiare si può».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *