Sudan, Blinken chiede un “Cessate il fuoco”

 

Washington, 18 Aprile 2023 – Antony Blinken, segretario di Stato Usa, nel corso di due colloqui sulla situazione in Sudan, avuti a margine del G7 in Giappone, rispettivamente con il generale Abdel Fattah al Burhan, presidente di transizione del Paese e il generale Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo, comandante delle forze di supporto rapido, ha espresso la necessità e l’urgenza di uncessate il fuoco” in merito alla difficile situazione nel Paese nordafricano. A renderlo noto Vedant Patel, viceportavoce del dipartimento di Stato, tramite una nota.

Blinken: “Preoccupazione per i civili”

Per il segretario di Stato, la fine delle ostilità è fondamentale per permettere di prestare assistenza umanitaria a tutte le persone rimaste coinvolte nei combattimenti e permettere alle famiglie di ricongiungersi. Inoltre la tregua consentirebbe di garantire la sicurezza della comunità internazionale presente nella Capitale Khartum.

Blinken si è detto inoltre preoccupato per la violenza dei combattimenti “indiscriminati”, che hanno provocato il decesso e il ferimento di un elevatissimo numero di civili, attribuendone la responsabilità ai due generali, che dovrebbero garantire la sicurezza della popolazione civile, degli operatori umanitari e del personale diplomatico presente nel territorio.

Dagalo: “Grato per l’impegno Usa”

Grato per l’impegno Usa nel ripristinare la stabilità del Sudan”, questo il tweet del generale Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo, comandante delle forze di supporto rapido, in seguito al colloquio con Blinken sui “temi urgenti del Sudan” e sull’aggravarsi delle tensioni dello scorso sabato tra i due eserciti dei generali che controllano il Paese dal golpe del 2021.

Borrell: “Aggredito ambasciatore Usa”

Su Twitter l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell ha denunciato l’aggressione subita nella propria abitazione di Khartum dall’ambasciatore dell’Unione europea, Aidan O’Hara di origine irlandese, affermando che “questo fatto costituisce una grave violazione della Convenzione di Vienna, evidenziando inoltre che il tema della sicurezza delle sedi diplomatiche e dello staff presente in Sudan è “responsabilità primaria delle autorità locali e un’obbligo ai sensi del diritto internazionale”.

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