Sphinks, l’AI per le terapie anticancro di precisione

 

 

Roma, 4 Febbraio 2023  – Sphinks (Substrate Phosphosite based Inference for Network of KinaseS) è il nome dell’algoritmo grazie al quale l’intelligenza artificiale impara a riconoscere i tumori maligni. A svilupparlo è stato un team internazionale coordinato da scienziati italiani in Usa. I medici alle prese con tumori difficili come il glioblastoma, il cancro al cervello più letale, potranno interrogarlo per essere guidati verso possibili terapie più mirate, di precisione. Il nuovo algoritmo analizza e combina insieme tutte le carte d’identità della neoplasia – i dati cosiddetti “omici”, che fotografano dai geni alla composizione proteica, dai lipidi ai metaboliti, e così via – e classifica il cancro in base a tutte le sue caratteristiche, aiutando gli esperti a identificare potenziali bersagli terapeutici e a mirare le armi disponibili contro di loro, oltre a indirizzare la ricerca di nuove strategie e opzioni di trattamento.

Uno dei passi più importanti e recenti verso la medicina di precisione, pubblicato sulla rivista Nature Cancer dal gruppo di Antonio Iavarone e Anna Lasorella, del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Miller School of Medicine dell’Università di Miami. «Siamo in grado di combinare i dati ottenuti da piattaforme di analisi di proteine tumorali e delle loro modificazioni per individuare gli enzimi, chiamati chinasi, che producono segni distintivi nelle cellule maligne. Per molti di questi enzimi esistono inibitori specifici, che rappresentano quindi potenziali bersagli terapeutici», afferma Iavarone.

Nuove tecnologie

Laboratori diversi rispetto a quelli tradizionali, il 50% è computazionale, con la possibilità di collegarsi a grandi reti. «Si chiama Dry Lab» – aggiunge il ricercatore – «per distinguerlo dal tradizionale Wet lab», dove nel frattempo sono in sviluppo gli aggregati di cellule che riproducono i tumori in miniatura, i cosiddetti organoidi. Il punto di arrivo di una via aperta dieci anni fa dallo stesso gruppo di ricerca.

L’algoritmo Sphinks è il secondo nato dalla ricerca di Iavarone. Il primo aveva imparato a riconoscere una forma di tumore, il glioblastoma mitocondriale, per il quale esistono possibilità di terapia. Sphinks «identifica le proteine chinasi fondamentali, diverse per ognuno dei 3 gruppi e grazie a questo strumento» – ha affermato ancora Iavarone – «l’analisi diventa possibile per ogni singolo paziente se abbiamo a disposizione i dati relativi all’analisi di tutte le proteine del tumore. Non sono, infatti, i geni che fanno funzionare i tumori, ma le loro proteine».

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