Economia

Nuova Alitalia, svelato il piano. Reazione dura dei sindacati

Roma, 19 Dicembre – Partito lo schema del piano industriale 2021-2025 di Ita Spa (Italia trasporto aereo). Gli obiettivi prevedono poco meno di un miliardo (920 milioni) di ricavi nei 9 mesi del 2021. Raddoppiano l’anno dopo per arrivare a 3,4 miliardi a fine piano. Il target per il 2021 è limitato a 9 mesi in attesa delle interlocuzioni con le istituzioni. La flotta parte da 52 aerei per arrivare a 110 e si parte con 8,2 milioni di passeggeri per arrivare a 22,5 milioni al 2025. A fine piano sono previste 93 rotte, 9.500 dipendenti e più di 80 aerei di nuova generazione.

Presentazione

Conferenza stampa del presidente Francesco Caio e dell’ad e dg, Fabio Lazzerini.

«Ita parte come una startup, in totale discontinuità con il passato. La nostra azione è partita da un assunto di base: che la crescita la si ottiene offendo servizi competitivi sul mercato. Per questo il piano messo a punto è meritevole dell’investimento dello Stato e anche di capitali privati».

«Sostenibilità economica, sociale e ambientale. Una compagnia moderna, flessibile ed efficiente. Cinquantadue aeromobili nel 2021 e un numero di dipendenti che oscilla fra 5.200 e 5.500» – ha spiegato Lazzerini – «e non si faranno rotte non profittevoli, tanto per mettere la bandierina sulla mappa».

La dura reazione dei sindacati

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo hanno evidenziato che «con poco più di 50 aerei si va verso l’avvio di una mini compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale e occupazionale. Serve più coraggio da parte dell’azionista Mef (ministero dell’Economia e Finanze) per dare un indirizzo chiaro al cda e all’ad, visto che i 3 miliardi, investiti dal Governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare».

La risposta dell’ad: «I sindacati hanno fatto un commento legittimo. Giusto che ognuno faccia il suo lavoro e prenda le sue posizioni: siccome l’obiettivo comune è quello di rilanciare la compagnia, troveremo un punto d’incontro. Noi dobbiamo capire come assicurare un percorso di sostenibilità per Ita e bisogna avere un approccio che sia graduale il più possibile per garantire un percorso profittevole della compagnia».

Partner industriale

Punto fondamentale dello schema di piano è, «una partnership con valenza sia europea che globale, in modo da aprire mercati e sinergie, non solo commerciali ma anche industriali». Lo ha evidenziato nel suo lungo intervento Lazzerini. «Crediamo di chiudere la nuova partnership nel 2021 per poterla sfruttare al pieno dal 2023 al 2025». I colloqui sono già in corso con AirFrance Klm, Lufthansa e Delta.

Interazione tra 2 aziende

Il piano prevede due aziende separate, una per l’handling e una per la manutenzione, che saranno entrambe possedute inizialmente al 100% dalla holding dove ci saranno tutte le operazioni di volo, di staff e di corporate governance.

«Ovviamente» – ha spiegato Lazzerini – «l’interazione tra queste due aziende sarà a livelli di prezzi di mercato. Lo facciamo per avere due aziende che siano molto efficienti. Che abbiano l’ambizione di uscire dal perimetro di servire la nuova compagnia, ma possono giocare un ruolo sul mercato anche nei confronti delle altre compagnie».

Il marchio

«Una compagnia aerea deve avere un marchio e un marchio forte. A condizioni di mercato, nel momento in cui si presentasse la possibilità di recuperare il marchio di una storica compagnia italiana lo faremmo ben volentieri», ha assicurato Lazzerini. «È una procedura che non controlliamo noi, sicuramente abbiamo l’interesse per quel marchio e sappiamo che, proprio per garantire la discontinuità, lo dovremmo realizzare a condizioni di mercato e siamo assolutamente disposti a farlo. Sarebbe un asset meraviglioso per la nuova compagnia e su quello costruiremmo tutta la strategia di branding»

Ginevra Larosa

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