Roma 17 gennaio 2022 – Dopo l’arresto avvenuto nella mattinata di ieri di Matteo Messina Denaro, il mafioso più ricercato nella storia italiana, presso la casa di cura privata “La Maddalena”, i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia, hanno trovato il nascondiglio in cui latitava il capomafia: nel pieno centro di Campobello di Mazara, nel trapanese, paese natio del suo autista e uomo di fiducia Giovanni Luppino, finito anche lui in manette insieme al boss.
Campobello di Mazara
Dopo aver ripercorso le ore precedenti l’arresto del superlatitante, gli inquirenti hanno individuato il nascondiglio nel paesino di Campobello di Mazara, piccolo comune nel trapanese di circa 11 mila abitanti, distante soli 8 chilometri da Castelvetrano, luogo di origine della famiglia Messina Denaro. Alla perquisizione del covo, durata tutta la notte, ha partecipato personalmente il procuratore aggiunto Paolo Guidi, che da anni svolge indagini sull’ex capomafia.
Il ritrovamento, come spiegato dagli investigatori, segna una tappa fondamentale per le indagini poiché consente di svelare le tappe della fuga trentennale e scoprire eventuali favoreggiatori. Inoltre, secondo alcuni pentiti, Massimo Denaro in quanto pupillo di Totò Riina sarebbe in possesso di documenti top secret.
La rete di fiancheggiatori
La perquisizione avvenuta in alcuni punti con l’utilizzo di ruspe potrebbe portare alla luce anche la rete di favoreggiatori che negli anni ne hanno coperto la fuga. Al momento l’unico è Giovanni Luppino, incensurato imprenditore cinquantanovenne nel campo della produzione di olio e nel settore eolico, legato a Cosa nostra.
Non si sa con certezza se qualcuno fosse a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede, l’alias con cui si presentava in clinica per ricevere le cure, ma il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia afferma che al momento «Non risulta, ma indagheremo a tutto campo».