Mario Draghi al Senato. Silenzio dal M5s

 

 

Roma 20 Luglio 2022 – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto il suo discorso al Senato. Un intervento molto atteso e dal quale dipendono le scelte dei partiti in merito al voto di fiducia o meno.

L’ipotesi A e l’ipotesi B

Nelle ore precedenti sembrerebbe che Mario Draghi abbia preparato due discorsi differenti: uno in cui rassegna le dimissioni, uno in cui conferma di voler restare alla guida del Paese.

Alla fini quest’ultimo è stata l’opzione scelta dal premier, grazie agli incontri con i partiti che sostengono a gran voce questo Governo.

Le richieste del centrodestra

Dopo l’incontro di Enrico Letta con il presidente del Consiglio, è il turno del centrodestra, recatosi a Palazzo Chigi per richiedere al premier di farsi garante dell’unità nazionale e dichiarare irricevibili 7 delle 9 proposte avanzate dal Movimento 5 stelle. Tra le richieste il taglio del cuneo fiscale e la revisione del reddito di cittadinanza.

L’opposizione

Le stanno tentando tutte per evitare di tornare subito al voto. Ecco spiegato perché la sinistra ha così paura delle elezioni”. Scrive su Facebook Giorgia Meloni accompagnando il post dal sondaggio di Swg che attesta FdL al 23,8%.

Non si sa ancora nulla su cosa decideranno i pentastellati, Conte mantiene il riserbo e non è detto che quella piccola parte del M5s che si era detta a sostegno dell’esecutivo, si pronunci o ritratti.

Il discorso

«Le comunicazioni di oggi mi permetteranno di spiegare a voi e agli italiani le ragioni di una decisione tanto sofferta». Iniziano così le comunicazioni al Senato del premier Draghi.

Un lungo discorso che parte dall’analisi del contesto che ha portato all’istituzione del suo Governo, e della maggioranza che lo ha sostenuto, evidenziando che «un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti gli elettori, debba avere la più ampia maggioranza possibile».

Non manca di ringraziare i senatori per i molti successi raggiunti: «Il merito di questi risultati è stato vostro, la vostra è stata la migliore risposta all’appello dello scorso febbraio del presidente della Repubblica. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano».

Gli obiettivi da raggiungere

«Entro la fine di quest’anno dobbiamo raggiungere 55 obiettivi che ci permetteranno di ricevere una nuova rata da 55 miliardi di euro. Completare il PNRR è una questione di serietà» spiega il premier; come la legge di Bilancio, la riforma del Fisco. «Dobbiamo tenere le mafie lontane dal Pnrr: è il modo migliore per onorare Falcone e Borsellino».

Apertura verso le richieste dei partiti

Nel suo discorso trovano spazio alcune richieste che erano state avanzate dai partiti, come l’analisi del reddito di cittadinanza che «deve essere migliorato per favorire chi ne ha più bisogno». Sottolinea anche la necessità di un corposo intervento per «attenuare l’impatto sui cittadini, del costo dell’energia».

No a una fiducia di facciata

«All’italia non serve una fiducia di facciata, che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi». Conclude chiedendo se «i partiti e voi parlamentari, siete pronti a ricostituire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che si è poi affievolito?».

Il non votare la fiducia a questo Governo rappresenta, secondo il presidente del Consiglio, un chiaro gesto politico che non può essere ignorato perché «significherebbe ignorare il Parlamento».

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