Europa

Ilaria Salis, si negozia per i domiciliari in Italia

 

Budapest, 2 Febbraio 2024 – Si tratta per gli arresti domiciliari cautelari in Italia a Ilaria Salis, con l’applicazione eventualmente di “braccialetto elettronico, vigilanza e impegno a farla partecipare a tutte le udienze del processo previste a Budapest” che, calendario alla mano, non finirebbe prima del 2025.

Il ministero della Giustizia sta lavorando a una relazione, da mettere a disposizione della difesa nei giorni prossimi, con la quale l’Italia si impegnerebbe a garantirela massima sicurezza qualora alla donna fossero concessi gli arresti domiciliari“. Dopo tre istanze rigettate dal giudice ungherese con la motivazione del pericolo di fuga dell’imputata i legali sono in attesa di un supporto da allegare a una nuova domanda di domiciliari cautelari; in modo da poter offrire alla magistratura, direttamente dal Governo italiano, garanzie tali da superare le ragioni dei dinieghi precedenti.

Rimane intricato il futuro di Ilaria Salis, la maestra 39enne detenuta in Ungheria con l’accusa di aver partecipato a una aggressione di due neonazisti durante una manifestazione a Budapest. La prossima udienza è fissata a maggio, quando verranno ascoltati i testimoni; poi toccherà ai periti e solo dopo, nell’autunno 2024, verranno visionati e dibattuti i video portati dall’accusa come prove.

Il caso è in cima all’agenda della sessione plenaria dell’Eurocamera di settimana prossima a Strasburgo. Gli eurodeputati dibatteranno sulla vicenda della cittadina italiana detenuta in Ungheria lunedì pomeriggio in Aula.

Le speranze del padre

Dell’ipotesi dei domiciliari in Italia con braccialetto ha parlato anche Roberto Salis, il padre di Ilaria, che si dice pronto per la prossima visita alla figlia il 21 febbraio: «Sono un inguaribile ottimista, conto di andarla a riprendere. Non vedo perché non possa fare la detenzione cautelare qui, magari offrendo garanzie che il giorno dell’udienza venga prelevata dai domiciliari da una pattuglia dei carabinieri e portata in un tribunale dove c’è un monitor: non vedo rischio di fuga e pericolosità», ha affermato. «Bisogna trovare il modo di applicare la direttiva che regolamenta in Ue la gestione delle misure cautelari».

Ginevra Larosa

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