I russi respingono gli ucraini dal centro di Severodonetsk

 

 

Roma, 13 Giugno 2022 – Le truppe occupanti hanno costretto l’esercito ucraino ad abbandonare il centro di Severodonetsk. Lo ha reso noto lo Stato maggiore di Kiev. Ancora una volta, nel corso delle contese più accese fra i due schieramenti, avrebbe fatto la differenza la maggiore disponibilità di pezzi di artiglieria pesante da parte dei russi: “Con il supporto dell’artiglieria il nemico ha condotto un assalto alla città, conseguendo un parziale successo e respingendo le nostre unità dal centro. Ma la battaglia continua”. Qualora i russi giungessero ad avere il pieno controllo della città e delle zone limitrofe avrebbero di conseguenza il dominio del Lugansk.

La conquista del Donbass rimane il principale obiettivo di Mosca. Per conseguirlo tuttavia è necessario che si impadroniscano degli oblast di Lugansk e Donetsk. Ciò presuppone la presa delle principali città che sorgono all’interno delle suddette Regioni, in particolar modo Severodonetsk. La sua posizione, come si è sottolineato in altre circostanze, la rende di notevole importanza sotto il profilo strategico. In quanto consentirebbe di detenere un solido avamposto, praticamente nel cuore dell’Ucraina, da cui poter gestire diverse parti nevralgiche del fronte. E tentare nuove sortite di carattere offensivo verso ovest.

Magri (Ispi) avverte sui pericoli del mancato rifornimento di armi agli ucraini

Secondo Paolo Magri, direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica internazionale, l’Ucraina è in difficoltà sotto il profilo militare oramai da due settimane: “Alle forze armate ucraine mancano le munizioni. Anche altre tipologie di armamenti non stanno arrivando”. Ci si riferisce in particolare ai missili di media e lunga gittata, nonché all’artiglieria pesante. Il mancato rifornimento da parte dell’Occidente dipenderebbe da un progressivo allontanamento della questione del conflitto dal  punto di vista mediatico. E dalla presa di coscienza da parte delle opinioni pubbliche occidentali che operazioni di questo tipo comportano dei costi. Questa fase di impasse, secondo Magri, “potrebbe fare il gioco di Putin”.

Ad amplificare questo graduale disinteresse ci sarebbe l’arrivo dell’estate. Ma inciderebbero anche gli effetti negativi del conflitto, in particolar modo l’aumento dei prezzi e la crisi energetica. Magri ha inoltre sottolineato come pure negli Stati Uniti si cominci a dire che oltre al conflitto russo-ucraino “ci sono altri problemi”. Il viaggio a Kiev previsto da parte dei maggiori Leader europei, fra cui Mario Draghi, potrebbe dare una svolta a questa situazione di stallo.

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