Economia

Eurozona, Pil in crescita secondo la Commissione

 

Bruxelles, 15 Febbraio 2024 – La Commissione europea ha limato le previsioni di crescita del Pil dell’Italia nel 2024 atteso ora allo 0,7%, rispetto allo 0,9% indicato nelle stime di novembre. Confermata l’attesa di un Pil in crescita dell’1,2% nel 2025.

Riviste al ribasso le stime sulla crescita attesa nell’Eurozona, con il Pil visto in rialzo dello 0,8% nel 2024 (dal +1,2% indicato a novembre) e dell’1,2% nel 2025 (dal +1,6%). Nell’Ue il Pil è atteso in crescita dello 0,9% nel 2024 (da +1,3%) e confermato al +1,7% nel 2025. L’ampia stagnazione nel 2023 si è trasferita in un debole slancio a inizio anno, si spiega. L’attesa è di una graduale accelerazione quest’anno. La crescita dei salari reali e la resilienza del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una ripresa dei consumi. Tutti i Paesi Ue sono ora attesi in crescita sia nel 2024 e sia nel 2025.

La Commissione europea nelle previsioni di inverno stima l’inflazione dell’Eurozona al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Per l’Italia è attesa al 2% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Per l’Ue è vista al 3% nel 2024 e al 2,5% nel 2025. Nelle previsioni di autunno l’attesa sull’inflazione era più alta sia nell’Eurozona (al 3,2%) e sia in Italia (al 2,7%). Ed era vista al 2,2% nel 2025 nella zona dell’euro e al 2,3% in Italia.

Lavoro

La Commissione prevede che in Italiala produzione economica continuerà a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”, si legge nelle previsioni diffuse dall’esecutivo comunitario. “Gli investimenti sono destinati a riprendersi, guidati da progetti infrastrutturali finanziati dal Governo e dal Pnrr che compensano il freno derivante dalla minore spesa per la costruzione di alloggi”. Inoltre si prevede che il Pil annuo cresca dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto previsto in autunno.

L’attesa per gli investimenti è che “accelereranno nel 2025, man mano che si attuino i progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese, che si prevede trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie. Questa impennata della spesa in conto capitale è destinata a tradursi in una crescita più forte delle importazioni, al di sopra delle prospettive leggermente in miglioramento per le esportazioni”.

Incertezze legate alle tensioni geopolitiche

Le previsioni di inverno della Commissione europea sono “circondate dall’incertezza” per il protrarsi delle tensioni geopolitiche e il rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente. L’esecutivo comunitario spiega nel documento di prevedere che l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull’inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell’offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi. A livello nazionale, i rischi per le proiezioni di base per la crescita e l’inflazione sono legati ai consumi, la crescita dei salari e i margini di profitto sottoperformano o superano le aspettative, e a quanto elevati rimangono i tassi di interesse e per quanto tempo. Anche i rischi climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una minaccia.

Ginevra Larosa

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