Concessioni balneari, Ue dice no al rinnovo automatico

 

 

Roma, 20 Aprile 2023 – “Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. È quanto affermato dall’Ue ribadendo che “I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse. È quanto ha sottolineato la Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa C-348/22 sul tema delle concessioni balneari”.

Il ricorso contro le proroghe di Ginosa

La questione è sorta in seguito al ricorso dell’Autorità italiana per la concorrenza e il mercato (Agcm) contro le proroghe emesse da Ginosa, un piccolo comune costiero nel tarantino per il quale le norme nazionali prevalgono su quelle europee, in merito alle concessioni di occupazione del demanio marittimo, concesse senza appalto pubblico, nel lontano dicembre 2020. Per l’Autorità garante infatti tale delibera viola i principi di concorrenza e libertà di stabilimento, da qui l’invio di un parere motivato con disposizione di annullare le proroghe automatiche.

Direttiva Bolkestein

Per questo la Corte Ue ha fatto riferimento alla direttiva Bolkestein, secondo cui per l’assegnazione di concessioni di occupazione del demanio marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali. L’autorizzazione è rilasciata per una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico.

Italia nel mirino della Commissione

Sul tema delle concessioni e delle norme della direttiva Bolkestein l’Italia è nel morino della Commissione europea, soprattutto recentemente, dopo che il decreto Milleproroghe attuato dal Governo ha prorogato di un altro anno le concessioni, fino al 31 dicembre 2024, andando del tutto controcorrente rispetto alla linea europea.

Bruxelles per questo chiede al Governo italiano di trovare una soluzione che salvaguardi la concorrenza garantendo trasparenza e imparzialità delle procedure di gara.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *