Civitanova Marche, un testimone ha seguito l’aggressore

 

 

Ancona, 30 Luglio 2022 – Per Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo le accuse sono omicidio volontario e rapina. Ieri il trentaduenne ha aggredito e ucciso il nigeriano Alika Ogorchukwu nel centro di Civitanova Marche.

Secondo la ricostruzione della polizia su quanto avvenuto emerge che Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo “ha inseguito la vittima, l’ha colpita con stampella e l’ha finita colpendola a mani nude. Poi le ha sottratto il telefono cellulare“. Per ricostruire l’evento le autorità si sono avvalsi di testimoni presenti al momento dell’omicidio e delle immagini delle videocamere dei cellulari.

Perizia psichiatrica

Chiederemo certamente una perizia psichiatrica“: annuncia la legale dell’arrestato, Roberta Bizzarri.

La spiegazione dell’uomo, confermata questa mattina durante l’incontro con l’avvocato nel carcere anconetano di Montacuto riguarda la compagna. Ha affermato che, mentre chiedeva l’elemosina, Alika «l’ha presa per un braccio e l’ha tenuta». Da qui la reazione: «Voleva fargli capire che non ci si comporta così».

Da quanto si è appreso, Ferlazzo, operaio in una fonderia di Civitanova Alta, sarebbe sottoposto ad amministrazione di sostegno, una situazione che la legale ha detto di voler approfondire. Quanto all’accusa di rapina, l’accusato ha riferito al suo difensore che dopo la colluttazione, ha raccolto da terra degli oggetti scambiando il cellulare della vittima per il suo».

«Ferlazzo è veramente addolorato per l’accaduto» – ha sottolineato l’avvocatessa Bizzarri – «non si capacita di quello che ha fatto e chiede scusa».

Testimonianza

Un testimone che ha assistito all’uccisione ha dichiarato: «Dopo averlo lasciato ormai morto a terra, l’aggressore si è allontanato a piedi. L’ho seguito, poi l’ho indicato alla Polizia. Sono sceso di casa e ho visto un gruppo di persone che additavano un uomo con il cappello. Gli gridavano “ma che cosa hai fatto? Lo hai ammazzato”. Io sono arrivato a pochi metri, ho visto l’aggressore agitarsi di fronte alle accuse e lanciare una stampella addosso alle auto parcheggiate, probabilmente per impaurire i presenti. Poi, si è allontanato a piedi sempre lungo corso Umberto I in direzione nord. Ho deciso di seguirlo, anche perché ho pensato che se non l’avessi fatto io forse non l’avrebbe fatto nessuno. Sono rimasto però sempre un po’ a distanza, cercando di non farmi mai vedere da lui».

Secondo il testimone con l’aggressore non c’era nessuna donna. «A un certo punto ho notato che ha deviato il percorso in via Duca degli Abruzzi che porta verso il porto per poi girare subito al primo svincolo possibile, a destra. A questo punto che, in corso Umberto, è arrivata la Polizia e ho indicato agli agenti dove l’uomo si era diretto».

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