Bce, Lagarde: leggera recessione non abbasserebbe l’inflazione

 

 

Francoforte, 3 Novembre 2022 – Bce, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, nel corso della conferenza “Sustainability and Money: Shaping the Economy of the Future” della Banca centrale lettone a Riga, sostiene che una leggera recessione non basterebbe ad abbattere gli attuali livelli di inflazione nell’Eurozona: «Necessario trovare» afferma, «il giusto tasso di interesse che ci aiuti a perseguire il nostro obiettivo. E lo faremo con ogni mezzo a nostra disposizione decidendo ad ogni incontro quale sia la strategia più efficace».

Coperture necessarie

Le fallimentari manovre finanziarie incentrate sui tagli fiscali adottati dalla premier inglese Liz Truss, che poi l’hanno portata a dimettersi dopo soli 45 giorni di mandato, rendendola l’inquilina meno “longeva” di Downing Street, hanno dimostrato la necessità di verificare opportunamente che le uscite e le entrate siano compatibili con la stabilità nel tempo. Un segnale chiaro che deve far riflettere chi deve prendere decisioni.

Strategie aggressive controproducenti

Secondo Lagarde affidarsi a strategie monetarie aggressive sarebbe infatti, alla lunga, controproducente e porterebbe ad effetti negativi come l’innalzamento della volatilità dei mercati finanziari, comprimendo l’attività economica ben oltre quanto sarebbe effettivamente necessario per abbassare nel medio termine l’inflazione.

Obiettivo 2%

Il tasso principale è al 2%, i depositi all’1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%. Il rialzo è il terzo intervento dopo quello dello 0,5% dello scorso luglio. Se non si torna al più presto al 2% per consumatori e imprese si aprirebbero le porte di un futuro incerto, per questo «è importante che ogni banca centrale si concentri sul proprio mandato» evidenzia il presidente Lagarde, «perseguendo la stabilità dei prezzi e valutando sempre le decisioni della politica monetaria della Federal Reserve e, il loro impatto sull’economia globale, agendo di concerto ad ogni incontro in base alle proprie economie, non potendo procedere tutti allo stesso ritmo».

Procedere in modo chiaro

Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, intervenuto allo stesso convegno di Riga, ha condiviso quanto dichiarato dal presidente Lagarde in merito all’inflazione al 2%, sostenendo che «la politica monetaria dovrà procedere in una direzione ben chiara, effettuando ulteriori aumenti dei tassi ufficiali al fine di preservare l’ancoraggio delle aspettative di inflazione e scongiurare l’avvio di una spirale prezzi-salari evitando però di ispirarsi a una visione unilaterale dei rischi, mantenendo la propria enfasi sulle prospettive dell’inflazione nel medio termine».

Accelerare transizione energetica

A gravare sulla situazione c’è anche il peso della dipendenza energetica dell’Europa, per questo nel corso della conferenza, è stata sottolineata la necessità di accelerare sulla transizione energetica già prevista dal Next Generation Eu che potrebbe tradursi in un gioco a rialzo dei prezzi nel breve periodo. L’impatto avrà ripercussioni sul mercato, sulle catene di fornitura e sui rapporti coi Paesi vicini, sottolineando che questi ultimi sono già cambiati in seguito all’attuale conflitto in Ucraina.

Dati su occupazione

Le dichiarazioni affermate nel corso della conferenza arrivano in un momento particolare in cui in Italia i dati dell’Istat sull’occupazione presentano un bilancio positivo: +46.000 occupati su agosto (+0,2%), e +316.000 occupati su base annua (+1,4%). Il dato più preoccupante riguarda il tasso di occupazione giovanile che sale al 60,2%, segnando un aumento dello +0,2%. Sempre a settembre, il tasso di disoccupazione è al 7,9%. In crescita quello tra i 15-24, che sale al 23,7%, segnando su agosto un aumento dell’1,6%. Il tasso di inattività scende al 34,6%, facendo registrare un -0,2%.

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