Roma, 22 Maggio 2025 – Verificare l’allineamento al nuovo decreto sulle accise del carburante. Questo l’obiettivo della nuova operazione della Guardia di Finanza che ha lanciato un dispositivo di controllo su scala nazionale per contrastare le condotte illecite che alterano i prezzi e danneggiano i consumatori e la concorrenza leale, aumentando il costo del gasolio senza però diminuire quelli della benzina, come stabilito lo scorso 15 maggio dal decreto interministeriale che ha disposto il riallineamento delle accise tra i carburanti con una riduzione di 1,50 centesimi al litro per la benzina e un contestuale innalzamento dello stesso importo per il gasolio.
L’operazione
Il piano (facente parte di un programma di monitoraggio in collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e del Garante per la sorveglianza sui prezzi) coordinato dal Comando generale della Guardia di Finanza vede il coinvolgimento di oltre 660 reparti operativi dislocati in tutto il territorio nazionale che, con il supporto dei reparti speciali della GdF, dovranno “rilevare eventuali manovre distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi e allo stesso tempo cercare di individuare la filiera commerciale, con l’individuazione di eventuali spregiudicati speculatori”, come spiegato in una nota diffusa dalla forza armata in cui si evidenzia che l’intensificazione dei controlli e l’utilizzo di strumenti digitali per il tracciamento del carburante sono una concreta risposta a un fenomeno radicato e complesso. Inoltre sottolineano che “il mercato dei carburanti deve essere trasparente, competitivo e rispettoso delle regole, per tutelare consumatori, imprese e finanze pubbliche”.
La strategia messa in atto prevede non solo un’accurata analisi di rischio da cui derivano i controlli mirati dei distributori o operatori della filiera tentando di rilevare elementi sospetti che indichino una probabile manipolazione dei prezzi in modo da risalire la catena fino ai possibili speculatori, ma anche la verifica degli obblighi fiscali per portare alla luce eventuali violazioni: oltre 10 mila tra il 2023 e il 2024. A questo poi si aggiunge il mercato del carburante illegale proveniente nella gran parte dei casi dall’est Europa che causa danni economici alla filiera di milioni di euro.