Roma, 12 Maggio 2025 – Nessuno scontro questa notte tra India e Pakistan, che continuano a mantenere il cessate il fuoco (annunciato sabato dal presidente statunitense Donald Trump che aveva invocato lo stop alle ostilità), mentre il generale generale luogotenente Rajeev Ghai, direttore generale delle operazioni militari indiane, in conferenza stampa aveva sottolineato che i colloqui per porre fine al conflitto inizieranno oggi 12 maggio.
«Apprezziamo la disponibilità espressa dal presidente Trump a sostenere gli sforzi volti a risolvere la disputa sul Jammu e Kashmir», spiegano dal ministero degli Esteri del Pakistan sottolineando che ogni accordo «sia conforme con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».
Reciproche accuse
Nonostante gli inviti a mantenere la pace giunti da molti Paesi occidentali e non, e da Papa Leone XIV che in uno dei suoi primi discorsi ha auspicato che India e Pakistan rispettino a lungo gli accordi, ecco che tra le due parti in causa arrivano le prime accuse: l’India infatti ha denunciato alcuni attacchi tra la notte dell’8 e del 9 maggio su 36 obiettivi militari e civili messi in atto con dei droni di fabbricazione turca. Ad affermarlo il colonnello dell’esercito indiano Sofya Qureshi e Vikram Misri, segretario agli Esteri del Governo di New Delhi. L’operazione lanciata dal Pakistan, oltre che una risposta alle azioni indiane, è sembrata un cavallo di Troia per testare le difese indiane e mapparne la distribuzione. A entrare in azione non sono stati infatti i droni turchi TB2 Bayraktar ma i Sonar prodotti dalla turca Asisguard.
A sua volta però anche il Pakistan, ha criticato l’India di aver violato la tregua in diverse occasioni rivendicando che “le forze pakistane stanno gestendo l’offensiva con responsabilità e moderazione”, non solo, affermano che nonostante tutto assicurano di “mantenere gli impegni per l’attuazione del cessate il fuoco”. “Crediamo” scrivono in una nota, “che qualsiasi problema nell’attuazione del cessate il fuoco debba essere affrontato attraverso la comunicazione ai livelli appropriati. Anche le truppe sul terreno dovrebbero esercitare moderazione”.